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Omicidio di Natascia Meatta, l’appello della madre: “Troppe incongruenze, si riapra il caso”

“Troppe incongruenze ed elementi mai presi in considerazione il caso può essere riaperto”, è l’appello di Rita, la mamma di Natascia Meatta, la 27enne di Tor Bella Monaca uccisa da un colpo di pistola sparato alla testa da suo ex compagno in casa sua il 17 settembre del 2014. “La mia paura più grande è che mi portino via mia nipote” ha detto Rita.
A cura di Alessia Rabbai
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Natascia Meatta è morta il 17 settembre del 2014, uccisa da un colpo di pistola sparato alla testa dal suo ex compagno, nel quartiere di Tor Bella Monaca a Roma. Lui fin da subito si è difeso sostenendo che il colpo fosse partito per sbaglio, che si era trattato di un tragico incidente. I giudici in tre gradi di giudizio hanno ritenuto credibile il suo racconto, condannandolo in istanza definitiva a cinque anni di carcere per il reato di omicidio colposo. Oggi l'uomo ha scontato la sua pena ed è libero. Ma per la mamma di Natascia, Rita Caldara, esistono degli elementi che potrebbero far riaprire il caso. "Ci sono troppe incongruenze, aspetti importanti sono passati in secondo piano in sede di processo, come i risultati della perizia balistica sulla semiautomatica Beretta 98 stock e le deposizioni del responsabile del centro antiviolenza di Tor bella Monaca", ha detto Rita Caldara a Fanpage.it. Secondo quanto spiegato Massimiliano Santaiti, legale della famiglia Meatta "Sono state avvalorate dai giudici solo le versioni dell'accusato e del teste chiave, il fidanzato della sorella di Natascia, smentite dalla perizia balistica che non è stata però presa in considerazione".

La perizia balistica

La pistola aveva tre sistemi di sicurezza, tutti disattivati, e il colpo in canna. Secondo quanto affermato dal perito incaricato di esaminare l'arma dalla quale è partito il proiettile che ha ucciso Natascia, quella pistola non avrebbe mai potuto sparare per sbaglio senza imprimere sul grilletto una forza pari a 4,8 chili. E la famiglia e i legali si domandano come sia stato possibile che abbia sparato mentre l'uomo condannato poi per omicidio colposo, che si trovava al momento dell'accaduto in cucina, possa aver sparato da sola, mentre lui la spostava da tavolo a una mensola più in alto. Un elemento questo mai preso in considerazione perché i giudici hanno accolto la perizia del medico legale – che parla di un proiettile sparato dall'alto verso il basso – mentre quella balistica afferma il contrario, ovvero che il proiettile è stato sparato dal basso verso l'alto, cosa che spiegherebbe per l'esperto il conficcarsi successivo dell'ogiva nella parete, a circa un 1.60 metri di altezza.

La deposizione del responsabile del centro antiviolenza

Natascia poche ore prima di essere uccisa aveva preso appuntamento al centro antiviolenza di Tor Bella Monaca. Secondo quanto depositato in sede di processo e raccontato da Fernando Vendetti, il cognato di Natascia gli avrebbe confidato alcuni giorni dopo: "Quando ho sentito lo sparo sono entrato in cucina, l'ho visto con la pistola in mano, era agitato. Io ho preso la bambina e sono andato via, però non ho visto il gesto".

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Natascia Meatta uccisa davanti alla figlia di due anni

Natascia Metatta è stata uccisa davanti alla figlia di due anni, che oggi ne ha sette. "La mia paura è che l'ex compagno di mia figlia chieda la patria potestà e mi porti via mia nipote" ha confessato Rita. "Tempo fa si è tentato un approccio attraverso gli assistenti sociali, ma la bambina non ha voluto – continua la mamma di Natascia – Non ha mai detto che le manca il padre, ha accennato alla mancanza di un papà, perché quel maledetto giorno non ha perso solo la mamma ma anche il papà". E ha concluso: "Forse un domani, quando sarà più grande, avrà voglia d'incontrarlo per chiedergli perché l'abbia fatto, perché abbia ucciso sua madre. Le manca moltissimo".

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Mi occupo della cronaca di Roma per Fanpage.it. Laureata in Lettere e Scienze della Comunicazione con lode all'Università La Sapienza, ho iniziato il mio percorso professionale a diciotto anni, partendo dalla provincia. Iscritta all'Ordine dei Giornalisti dal 2015, ho lavorato come addetta stampa e relazioni esterne per Cisambiente Confindustria e scritto articoli per La Repubblica e Roma Today. Appassionata di nera e giudiziaria, amo ascoltare le persone e raccontare le loro storie.
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