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Multe Marino, è caos in Campidoglio: potrebbe lasciare il capo gabinetto Fucito

Dopo la conferenza stampa del senatore dell’Ncd Andrea Augello in Campidoglio si studiano le contromosse: a saltare potrebbe essere il Capo Gabinetto Luigi Fucito. Sarebbe stato lui a fornire a Marino le “prove” della manomissione informatica.
A cura di Valerio Renzi
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Dopo la conferenza stampa del senatore dell'Ncd Andrea Augello, che ha accusato Marino di aver mentito coscientemente sulla vicenda delle multe non pagate, non tira una bella aria in Campidoglio. Dopo il sondaggio killer commissionato dal Pd e poi fatto arrivare alla stampa, per il quale i consensi per il sindaco sono in picchiata, un altro momento difficile per Ignazio Marino che sarebbe chiuso nei suoi uffici con i collaboratori più stretti. Ad origliare alla porte assessori, consiglieri e correnti, tutti ansiosi di conoscere le contromosse del sindaco.

Nei corridoi si parla, per ora a bassa voce, di dimissioni. A saltare intanto potrebbe essere il Capo di Gabinetto Luigi Fucito, colui che avrebbe dato nelle mani del primo cittadino le due stampate che avrebbero dovuto dimostrare la manipolazione informatica. Ma potrebbe non bastare, perché con quelle prove in mano Marino si è presentato di fronte ai romani con un video messaggio, e anche dai carabinieri per sporgere denuncia. Sul piede di guerra le opposizioni che giovedì presenteranno una mozione di sfiducia, e Roberta Angelilli (Ncd), lancia l'ultimatum: "Gli diamo 48 ore di tempo per dimettersi poi faremo una grande manifestazione con motorini e macchine partendo dalla sede di Equitalia con destinazione Campidoglio".

Quali scenari per un dopo Marino?

E se Marino scegliesse per le dimissioni o fosse costretto a darle? A qual punto la palla passerebbe al Nazareno, che al momento però non ha una strategia. Certo il Chirurgo non mi piace a molti nel partito, ascolta poco i consigli, tiene poco o nulla in conto le esigenze di consiglieri e correnti, è scarsamente incline al compromesso; tutto vero: ma trovare un'alternativa su due piedi non sarebbe affatto semplice. In più c'è il fatto che a Renzi in fondo Marino piace e vorrebbe tenerlo, se fosse politicamente sostenibile, al suo posto a garanzia del Salva Roma e degli accordi presi dal governo con Roma Capitale. Se poi il ritorno alle urne non fosse evitabile, oltre al nome, il Pd dovrà scegliere lo schieramento con cui presentarsi: sono in molti che vorrebbero le larghe intese in aula Giulio Cesare, soprattutto chi vorrebbe accelerare sulle privatizzazioni delle municipalizzate (boccone ghiotto per molti). Certo l'allargamento al centro potrebbe arrivare ad Alfio Marchini e non all'Ncd, consentendo così di mantenere il campo aperto anche a Sel.

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