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Carminati aveva paura di Pignatone: “Butterà tutto all’aria”

Questa mattina Ignazio Marino si è recato dal procuratore capo Pignatone per consegnare delle sue mani documenti utili all’inchiesta su Mafia Capitale. Intanto Caselli declina l’offerta di guidare un assessorato alla Legalità a Roma. Blitz dei movimenti in Campidoglio: “Sabato corteo per riprenderci la città contro speculatori e cricche”.
A cura di Valerio Renzi
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"Non si fa inglobà da politica, in Calabria ha cappottato tutto". Massimo Carminati manifestava interesse per la nomina del nuovo procuratore di Roma Giuseppe Pignatone. Parlando con una persona, si legge in una intercettazione del 27 gennaio 2012, affermava che il magistrato "avrebbe buttato all'aria Roma" perchè già "in Calabria ha capottato tutto".

Marino consegna i documenti del Comune a Pignatone

Il capo della procura di Roma Giuseppe Pignatone ha ricevuto questa mattina il sindaco Ignazio Marino. Nel corso del breve incontro Marino ha consegnato alcuni documenti del Campidoglio ritenuti utili alle indagini su Mafia Capitale. Continua così la via intrapresa da Marino, in realtà già da prima dello scoppio dell'inchiesta, di una stretta collaborazione con la procura di Roma. Non è noto il contenuto dei documenti consegnati dal sindaco a Pignatone.  Nel frattempo il commissariamento del comune sembra un'ipotesi archiviata, ma Alfano ha deciso per l'invio di tre commissari prefettizi in Campidoglio.

Giancarlo Caselli da Napoli declina a mezzo stampa l'indiscrezione, uscita fuori nei giorni scorsi, che lo avrebbero voluto a capo di un nuovo assessorato alla Legalità di Roma Capitale. "Ho un ottimo rapporto con il sindaco Marino ma per una serie di motivi non ho potuto accettare", così Caselli ha risposto ai giornalisti confermando la proposta fattagli e al contempo ufficializzando il suo garbato rifiuto.

Continuano gli interrogatori di garanzia degli inquisiti che si trovano agli arresti domiciliari. Compariranno oggi di fronte al gip Flavia Costantini altre quattro persone accusati di reati che vanno da dalla turbativa d'asta alla rivelazione del segreto d'ufficio, alla corruzione aggravata. Per tutti ovviamente l'aggravante del 416 bis, ovvero l'associazione mafiosa. Ad essere sentiti oggi Raniero Lucci, Sergio Menichelli, Marco Placidi e Mario Schina. Quest ultimo è l'ex responsabile del Decoro urbano del Comune di Roma il quale, come emergerebbe con chiarezza dalle intercettazioni, riceveva dalla cricca uno "stipendio" di 1500 euro.

Questa mattina intanto la Rete per il diritto alla città ha occupato simbolicamente piazza del Campidoglio esponendo cartelli e un grosso striscione con su scritto: "Questa città di che pensi che sia". I movimenti hanno annunciato un corteo per il prossimo sabato con partenza dalle ore 14 da Piazza Vittorio: "Roma è al collasso. Il degrado della città non è casuale, ma determinato da una gestione clientelare che ha fatto di ogni emergenza sociale un'occasione per fare facili affari e su cui ha lucrato la mafia. Noi ci vogliamo ribellare alla Mafia Capitale per riprenderci la nostra città e la democrazia".

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