Mafia Capitale: tornano liberi Salvatore Buzzi e Luca Gramazio
Salvatore Buzzi e Luca Gramazio tornano liberi. Due dei principali imputati nell'inchiesta Mondo di Mezzo terminano oggi la loro custodia agli arresti domiciliari per decorrenza dei tempi di custodia cautelare. Lo ha deciso la Corte d'Appello di Roma che con lo stesso provvedimento ha disposto l'obbligo di dimora nel comune di Roma per l'ex ras delle cooperative e presidente della 29 giugno. Salvatore Buzzi è considerato l'elemento di vertice dell'associazione a delinquere nota come Mafia Capitale, assieme a Massimo Carminati. Luca Gramazio, esponente della destra romana in consiglio comunale a Roma, poi alla regione Forza Italia, è l'unico politico coinvolto nell'inchiesta considerato come parte integrante del gruppo criminale dedito alla corruzione e alla distrazione di denaro pubblico. "Sono felice per mio figlio, aspettiamo il provvedimento. È una grande emozione", così all'AGI Gramazio
Massimo Carminati è uscito dal carcere
La notizia arriva dopo l'uscita dal carcere di Oristano, dopo 5 anni e 7 mesi la maggior parte dei quali sottoposto al regime di carcere duro 41bis, di Massimo Carminati. Una notizia che non ha mancato di alzare polemiche. L'ex Nar si trova ora nella sua villa di Sacrofano senza poter lasciare il territorio del comune dell'hinterland nord di Roma. La scorsa settimana si è recato in tribunale a Roma per presenziare a una delle udienze dei filoni secondari del processo su Mafia Capitale che lo vede coinvolto come imputato. Caduta in Cassazione l'accusa di associazione mafiosa, ora il processo è stato rimandato in appello dove le pene dovranno essere riviste in base alla decisione degli ermellini.
Salvatore Buzzi torna a parlare: "Ho finanziato sti papponi"
La settimana scorsa Salvatore Buzzi è tornato a parlare nell'ambito di un incontro organizzato dall'associazione Nessuno Tocchi Caino e trasmesso sulle frequenze di Radio Radicale. "Ho finanziato ‘sti papponi e dopo gli arresti hanno detto che Roma era stata liberata. Sono stato dipinto come il ‘grande corruttore', ma le persone non le ho corrotte, erano corrotte di loro", ha dichiarato Buzzi. "La sentenza della Cassazione che certifica l'entità delle corruzioni ammontano a 65mila euro, su un fatturato di 180 milioni. Allora dico, non è giusto corrompere, pagare tangenti, ma se io pago 65mila euro di tangenti su un fatturato di 180 milioni di fatturato sono stato bravo e lo rivendico – ha spiegato – Tutti mi chiedevano soldi, favori, assunzioni: è la realtà imprenditoriale a Roma, lo abbiamo visto con Parnasi, lo vedremo successivamente con qualche altro disgraziato, ma un imprenditore che fa impresa a Roma, nei servizi con il Comune di Roma si ritrova con persone da assumere, manifestazioni da sponsorizzare e poi se tutto diventa corruzione…" .