video suggerito
video suggerito

Mafia Capitale, riesame: rimane in carcere Gramazio, Coratti ai domiciliari

Si è espresso oggi il tribunale del riesame di Roma sulle istanze di scarcerazione presentate da molti degli imputati nel secondo filone d’indagine su Mafia Capitale. In carcere rimane Luca Gramazio (Fi), accordati a Mirko Coratti (Pd) i domiciliari. Per il centrosinistra anche guai in Campidoglio.
A cura di Valerio Renzi
19 CONDIVISIONI
Immagine

Si è espresso oggi il tribunale del riesame di Roma sulle istanze di scarcerazione presentate da molti degli imputati nel secondo filone d'indagine su Mafia Capitale. Annullata la custodia cautelare ordinata dal gip Flavia Costantini per Pierina Chiaravalle e Emilio Gammuto, collaboratori del ras delle coop Salvatore Buzzi, e Angelo Marinelli. Confermate le misure cautelari per Nadia Cerrito, ex segretaria Buzzi; Andrea Tassone, ex minisindaco di Ostia ai domiciliari; Mario Cola, ex primo cittadino di Castelnuovo di Porto; Paolo Solvi; Carmelo Parabini, Tiziano Menoloscina, dirigenti della cooperativa la Cascina; rimangono ai domiciliari anche gli imprenditori Tiziano Zuccolo e D.P.

Tra i politici coinvolti il tribunale a disposto gli arresti domiciliari per l'esponente Dem Mirko Coratti (ex presidente dell'Assemblea Capitolina), mentre rimane in carcere Luca Gramazio, ex capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio, ritenuto dagli inquirenti un vero e proprio componente dell'associazione mafiosa guidata da Massimo Carminati. Agli arresti domiciliari anche Francesco Ferrara, anche lui della Casini e il dipendente di Roma Capitale Claudio Bolla. Revocati i domiciliari a Marco Bruera, Stefano Venditti (ex numero uno di Legacoop nel Lazio) e Gaetano Altamura.

Video thumbnail

Caos in Campidoglio tra dimissioni e autosospensioni

I guai per Ignazio Marino non sembrano finire mai. Si autosospendono Alfredo Ferrari e Francesco D'Ausilio, entrambi consiglieri del Partito democratico, mentre si è dimesso da capogruppo della lista civica legata al sindaco Luca Giansanti. Almeno gli esponenti del Pd temono un loro coinvolgimento nei prossimi passaggi dell'inchiesta su Mafia Capitale che, da quanto si apprende dagli ambienti investigativi, ancora è ben lontana del potersi considerare conclusa. "E' una scelta che ho valutato, d'intesa con Orfini, in questa fase difficile per la nostra città e per il bene del Pd – ha dichiarato d'Ausilio – E' un gesto non dovuto, perché non ho notizie di iniziative giudiziarie nei miei confronti e soprattutto perché non ho nulla da rimproverarmi. In queste settimane ho letto ricostruzioni fantasiose, frutto di illazioni riportate da terzi, destituite di fondamento e rispetto alle quali sono totalmente estraneo". Mentre Ferrari, responsabile della commissione Bilancio ha spiegato la sua ragione con la voglia di "contribuire a ristabilire un clima di serenità, sia per Roma che per i colleghi". Il nome di Ferrari emerge nelle intercettazioni: secondo Buzzi avrebbe preteso dalla cricca 15mila euro.

19 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views