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Mafia Capitale, caos e proteste in Campidoglio. Valeria Baglio nuovo presidente d’aula

Dopo le proteste in aula Giulio Cesare della Lega e del Movimento 5 Stelle, guidato da Roberta Lombardi, e finita in rissa, la maggioranza di Ignazio Marino vota compatto il nuovo presidente dell’Aula Giulio Cesare. Valeria Baglio (Pd) prende il posto del collega di partito Mirko Coratti implicato nell’inchiesta di Mafia Capitale.
A cura di Valerio Renzi
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Arriva il primo consiglio comunale dopo l'operazione "mondo di mezzo", che ha travolto il mondo politico, economico e criminale della Capitale. All'apertura dell'Aula Giulio Cesare, chiamata a sostituire il dimissionario Mirko Coratti (Pd), indagato anche lui per associazione mafiosa con l'accusa di aver preso tangenti dalla cricca di Roma Capitale. Ma alle 19 è subito bagarre, da un parte i simpatizzanti della Lega Nord e del centro destra che irrompono in aula con cartelli con su scritto "Marino dimettiti" e "Io sto con Salvini", pochi minuti dopo arrivano gli attivisti del Movimento 5 Stelle guidati da Roberta Lombardi che urlano "Fuori la mafia". Tra i due gruppi qualche momento di tensione, accuse incrociate e spintoni, calci e pugni.

Senza presidente di aula e ai due vicepresidenti e due segretari l'assemblea capitolina non può lavorare. Così anche le opposizioni puntano a bloccare la seduta e mettere in difficoltà il centro sinistra e il sindaco Ignazio Marino, così il gruppo di Marchini, l'Ncd, Forza Italia e Fratelli d'Italia abbandonano l'aula.

Ma alla terza votazione la maggioranza più uno non è necessaria e viene eletta la nuova presidente dell'aula, la democratica Valeria Baglio, la vicepresidenza va Gemma Azuni (Sel) e Riccardo Magi (Radicale eletto nella Lista civica) come segretario d'Aula. Ma dopo l'occupazione dell'aula i 5 stelle non demordono e continuano la loro protesta in piazza del Campidoglio chiedendo lo scioglimento del comune e le dimissioni di Marino. Dentro l'aula Ignazio Marino si stringe con la sua maggioranza e con le dite fa il segno della vittoria, mentre vola ancora qualche "buffone" e "dimissioni".

Gli esponenti politici che siedono al comune di Roma coinvolti a vario titolo nella maxi inchiesta sono Daniele Ozzimo (Pd), ex assessore alla casa della giunta Marino, il già citato presidente dell'aula Mirko Coratti e l'ex sindaco, ora consigliere d'opposizione, Gianni Alemanno. C'è poi l'ex consigliere Luca Gramazio (Forza Italia) passato nel 2013 alla Regione Lazio. Diversi poi i manager e gli impiegati comunali che sarebbero stati corrotti per pilotare i bandi pubblici.

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