Mafia Capitale, Alemanno verso rinvio a giudizio per corruzione: 125mila euro nel mirino
L'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno va verso il rinvio a giudizio per il reato di corruzione, all'interno dell'inchiesta sul sistema di Mafia Capitale. Secondo i pm Alemanno avrebbe avuto ben 125mila euro tramite l'ex ad di Ama Franco Panzironi, anche lui indagato, tra il 2012 e il 2014. Altri soldi provenienti dalla cricca di Buzzi e Carminati sarebbero transitati tramite la fondazione Nuova Italia da lui presieduta, 75mila euro in cene elettorali, 40mila come contributo alla campagna elettorale e anche 10mila euro in contanti pochi mesi prima degli arresti.
Secondo gli inquirenti ci sarebbero sufficienti prove per dimostrare come in cambio dei versamenti ottenuti, Alemanno abbia compiuto, nel suo ruolo istituzionale, atti tesi a favorire il sodalizio criminale portato alla luce dall'inchiesta "mondo di mezzo". Tra questi atti ci sarebbe la nomina Giovanni Fiscon in Ama, oltre l'intervento diretto per erogare fondi a Eur spa, al cui vertice si trovava un altro indagato Riccardo Mancini, per saldare debiti che la società aveva con le società di Buzzi e Carminati.
Cade l'accusa di associazione mafiosa
Ma se con l'avviso di chiusura indagine consegnata ad Alemanno oggi si va verso il processo per corruzione, cade l'accusa di associazione mafiosa. Per gli inquirenti l'ex sindaco sarebbe stato cooptato dal sistema di mafia capitale ma senza far parte del sodalizio criminale, una circostanza anche questa che ora dovrà reggere alla prova dell'aula.
Intanto Alemanno si professa sicuro e soddisfatto: "L'avviso di conclusione delle indagini preliminari che mi è stato notificato oggi dalla Procura della Repubblica non contiene più i reati previsti dall'articolo 416 bis del codice penale, ovvero l'associazione a delinquere di stampo mafioso. Dopo dieci mesi finalmente sono stato liberato dall'accusa infamante di essere partecipe di un'associazione mafiosa.
"Per me è la fine di un incubo – prosegue l'ex inquilino del Campidoglio -. Rimane la possibilità di una richiesta di rinvio a giudizio per reati di corruzione e finanziamento illecito, accuse che io respingo e da cui mi difenderò in ogni modo, convinto che la Magistratura mi darà giustizia con la stessa onestà intellettuale con cui oggi ha archiviato per me l'ipotesi di reato di associazione a delinquere di stampo mafioso".