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Mafia Capitale 2, Zingaretti riferisce in aula. Sindacati in piazza: fischiato Marino

In piazza Santi Apostoli manifestano i sindacati. In piazza anche il sindaco Ignazio Marino accolto da fischi e applausi. Nicola Zingaretti in aula: “Non mi dimetto”. Intanto il vicesindaco Luigi Nieri nega ogni insinuazione sul suo rapporto con il ras delle coop Salvatore Buzzi.
A cura di Valerio Renzi
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Dopo la protesta ieri del Movimento 5 Stelle in Campidoglio, oggi è stato il turno dei sindacati di scendere in piazza. Una fiaccolata per la legalità e contro le mafie promossa da Cgil, Cisl e Uil ha visto la partecipazione diverse centinaia di persone riunitasi in piazza Santi Apostoli, poche centinaia di metri da palazzo Senatorio. "Una fiaccolata contro le mafie e la rigenerazione delle classi dirigenti della nostra città – ha detto il segretario della Uil Roma e Lazio Alberto Civica – Un modo per sostenere la magistratura e le forze ordine impegnate in questa opera di pulizia, per stare vicino a romani che continuano a pagare, soprattutto in termini di tasse e disservizi". In piazza anche il sindaco Ignazio Marino, arrivato a piedi e accolto da fischi e applausi, accompagnato diversi esponenti della sua maggioranza tra cui il vicesindaco Luigi Nieri.

Zingaretti in aula: "Non mi dimetto"

Nicola Zingaretti va in aula per rispondere alle richieste di dimissioni e per relazione su mafia capitale, che con la seconda tranche dell'inchiesta è tornata a bussare alle porta della Regione Lazio, con il coinvolgimento di consiglieri e dirigenti. Prima di tutto Zingaretti dice chiaro e tondo che non ha nessuna intenzione di lasciare la sua poltrona, ma al contempo di non voler sminuire quanto accaduto. "Come ho avuto modo di dire, guai a dare una lettura riduzionista di quanto sta emergendo come ad un fatto improvviso e stupefacente o solo amministrativo. Un meteorite che deflagra in un giardino pulito. No, io non lo credo – ha sottolineato il presidente Zingaretti – Era chiaro l'affermarsi, negli ultimi anni a Roma e non solo, di una vera e propria mutazione genetica del concetto stesso di azione politica – ha proseguito – troppo slegata dai valori, programmi, tensione etica, e troppo ambigua in un'idea perversa della gestione del potere come beneficio per se stessi. Il potere come opportunità di carriera e arricchimento personale, e sempre meno come opportunità di realizzare progetti collettivi, visioni e speranza". Zingaretti ha poi ammesso come la sua amministrazione è stata "un argine non sufficiente" verso i tentativi d'infiltrazione, ribadendo l'arrivo di nuove regole per contratti e appalti. Parole che non sono bastate alle opposizioni in particolare al Movimento 5 Stelle che ha presentato una mozione di sfiducia verso il governatore e contestato duramente in aula il suo intervento urlando "onestà, onestà!". Anche il centrodestra ha presentato una sua mozione di sfiducia unitaria.

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Nieri non ci sta e risponde alle accuse: "Mia porta sbarrata a Buzzi"

Il nome di Luigi Nieri, vicesindaco di Roma di Sel, continua a tornare con insistenza nelle intercettazioni di Mafia Capitale 2. Per lui nessun avviso di garanzia ne ipotesi di reato al momento, ma si discute se suoi incontri con il ras delle cooperative e presidente della 29 giugno Salvatore Buzzi, rientrassero in un normale rapporto tra un amministratore e quella che, fino all'esplosione dell'inchiesta Mondo di Mezzo, era considerato un modello per il mondo della cooperazione, oppure se ci siano degli elementi inopportuni in quegli incontri e conversazioni.

"Ho parlato con Nieri. Per me è fuso il ragazzo. Mentre dicevo se m'aiutava a fa ‘cresce' la cooperativa, me chiedeva: ‘ma mi puoi assume questo?'. Gli ho detto: ‘Ah lui', ma uno come fa a'assume se tu non crei lavoro, occupazione. Te sto a di' proprio a questo. Tu damme la possibilità de cresce' che uno, se cresce, può anche…'. Non lo capisce il ragazzo". Così parla Buzzi nel giugno del 2014 del braccio destro di Marino, così come riportato oggi dal quotidiano la Repubblica. Assunzioni avrebbero chiesto, secondo quanto raccontato da Buzzi, anche il segretario regionale del Pd Fabio Melilli e Francesco Rutelli.

Ma Nieri non ci sta e oggi attacca: "Ciò che emerge con chiarezza nei brogliacci di cui si legge ormai ogni giorno è una cosa soltanto: se qualcuno fosse mai venuto a bussare alla mia porta l'avrebbe trovata non chiusa, sbarrata! Non so se essere lusingato dal disprezzo che Buzzi mostra nei miei confronti nelle sue conversazioni. Leggo che pensa di me che dormo, che mi devo dare una svegliata, che non capisco, che sono addirittura ‘fuso’. Parole offensive che testimoniano con nettezza la frustrazione di Buzzi nei miei confronti. Dimostrano che, se Buzzi cercava in me una sponda, non l'ha mai trovata. Tanto che parla di me con disprezzo e veemenza". Non si tira indietro neanche per quanto riguarda il riferimento alla richiesta di un posto di lavoro, che a Nieri  "fa quasi sorridere e comunque si tratta solo delle sue parole riferite ad altri". "Ma poniamo pure che in questi anni io possa aver chiesto alla cooperativa 29 Giugno di assumere qualcuno. – prosegue il vicesindaco – Per chi mi sarei speso? Per un mio parente o un mio amico? Mai! L'avrei certamente fatto per un disperato, però. Magari per un detenuto che per uscire dal carcere aveva bisogno di un lavoro per ottenere le misure alternative. E qual è il compito della cooperazione sociale se non quello di reinserire queste persone? È evidente che se il sistema Buzzi prevedeva un do ut des io non sarei mai stato disponibile. E mai lo sarò per nessuno".

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