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L’uomo che ha rubato le ceneri di Elena Aubry aveva appese “centinaia di foto di ragazze morte”

Un macabro collage con il volti di centinaia di giovani morte e di bell’aspetto ricopriva un intera parete dell’appartamento di Casal Bertone. L’uomo, denunciato per la sottrazione delle ceneri di Elena Aubry, sarà sottoposto a una perizia per stabilire le sue condizioni psichiche e se sia o meno processabile.
A cura di Redazione Roma
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Elena Aubry, la 26enne morta in un incidente sulla Ostiense
Elena Aubry, la 26enne morta in un incidente sulla Ostiense

Ha 49 anni l'uomo denunciato con l'accusa di "sottrazione di cadavere" per aver rubato le ceneri di Elena Aubry, la giovane morta a 26 anni in sella alla sua moto su via Ostiense e diventata grazie alla battaglia della mamma Graziella Viviana un simbolo della lotta per una maggiore sicurezza stradale. Lo scorso 5 maggio la denuncia della scomparsa dell'urna funeraria, proprio il girono prima dell'anniversario del tragico incidente, il 23 maggio l'annuncio della mamma di Elena: "Mi hanno chiamato i carabinieri l'urna è stata ritrovata". I militari avevano fatto irruzione nell'appartamento di un 49enne, M.C., a Casal Bertone e qui aveva ritrovato le ceneri. Da subito era stato il principale sospettato.

Nei giorni successivi emerge come l'uomo avesse sviluppato una sorta di necrofilia per Elena Aubry, tanto da arrivare a rubarne le ceneri e da ignorare gli accorati appelli della madre per restituirle alla sua famiglia. Ma quanto emerge oggi da un articolo del Corriere della Sera è un quadro più complesso della patologia del 49enne che già nel 2014 era stato condannato per aver rubato delle foto dal cimitero del Verano. In casa i carabinieri infatti non hanno rinvenuto solo l'urna funeraria sottratta, ma anche centinaia di foto di giovani ragazze morte. Un macabro collage che ricopriva un'intera parete dell'appartamento immagini probabilmente rubate in diversi cimiteri di Roma e forse non solo di Roma: evidentemente dopo la condanna di sei anni fa non aveva perso l'abitudine di girare tra tombe e loculi per sottrarre le foto.

Ora il pubblico ministero ha ottenuto che l'indagato – che da subito ha ammesso la responsabilità – sia sottoposto a una perizia per stabilire se sia processabile, per chiarire l'entità e la gravità di una possibile patologia psichiatrica che lo indurrebbe a simili comportamenti. Intanto il 49enne si trova a piede libero.

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