91 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

“L’operato del sindaco Gianni Alemanno contribuì a formazione di zone d’ombra in Campidoglio”

Depositate le motivazioni con cui i giudici della seconda sezione penale del tribunale di Roma il 25 febbraio scorso hanno condannato l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a sei anni di reclusione per corruzione e finanziamento illecito. Per i giudici non ci sono prove di contatti tra Alemanno e Carminati, ma invece è certo il rapporto corruttivo che esisteva tra l’ex sindaco e Salvatore Buzzi.
A cura di Enrico Tata
91 CONDIVISIONI
Gianni Alemanno
Gianni Alemanno

L'ex sindaco Gianni Alemanno non era a conoscenza del legame criminale che univa Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, i principali accusati nell'ambito dell'inchiesta su Mafia Capitale. O almeno non ci sono elementi di prova che lo dimostrano. Ma per i giudici certamente "il modulo organizzativo utilizzato dall'ex primo cittadino non è stato un valido presidio a garanzia della trasparenza, dell'economicità e dell'efficienza nell'operato dell'Amministrazione ma invece ha contribuito alla formazione di zone d'ombra idonee a ingenerare comportamenti distorsivi e illegittimi". Sebbene ci siano prove del progetto di Buzzi e Carminati di corrompere Alemanno, non ci sono elementi che provano che il sindaco fosse in qualche modo legato al sodalizio criminale dei due, né che lo favorisse in qualche modo. Infatti tra Alemanno e Carminati non ci sono stati contatti né diretti né indiretti, o almeno non sono stati trovati. Così si legge nelle motivazioni pubblicate dai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Roma, che il 25 febbraio scorso hanno condannato Alemanno a sei anni di reclusione per corruzione e finanziamento illecito. 

I rapporti di corruzione tra Alemanno e Buzzi

Per i giudici è invece provato "con assoluta certezza" che tra Alemanno e Buzzi c'era "un rapporto corruttivo" nato fin dal 2011 e fatto di rapporti diretti e anche telefonici. I magistrati ritengono "possibile distinguere una prima fase, quella coincidente temporalmente con la sindacatura di Alemanno, in cui i rapporti di Buzzi con il sindaco per prudenza sono stati mediati da Panzironi (ex ad di Ama) e Antonio Lucarelli, e il periodo successivo in cui, cessata la carica di sindaco ed assunta quella di consigliere di minoranza, Alemanno ha intrattenuto contatti diretti con Buzzi, palesando una disinvoltura indicativa di una pregressa e solida consuetudine di rapporti". Durante la sindacatura di Alemanno le cooperative gestite da Buzzi si aggiudicarono appalti per quasi 10 milioni di euro, circa 3,6 in più rispetto alla sindacatura di Walter Veltroni. L'accordo tra Buzzi e Alemanno consisteva in tangenti e appoggio elettorale in cambio della disponibilità dell'ex sindaco a spendere il suo ruolo istituzionale per favorire le cooperative di Buzzi. Le tangenti, stando a quanto scrivono i giudici, venivano consegnate talvolta in nero e talvolta "in chiaro" secondo modalità concordate con Panzironi: "alla consegna di denaro contante si alternavano, infatti, dazioni corrisposte mediante versamenti effettuati sui conti correnti della Fondazione Nuova Italia e della Fondazione per la Pace e la Cooperazione Internazionale Alcide De Gasperi. Appare evidente la funzione di schermo assolta dalla Fondazione Nuova Italia nell'ambito dell'accordo corruttivo raggiunto da Alemanno con Buzzi per il tramite di Panzironi". Con questi soldi Alemanno finanziava non solo la sua attività politica, ma aveva intenzione di utilizzarli come sostegno economico personale una volta terminato il suo incarico come sindaco. Il rapporto con Buzzi, si legge ancora, sarebbe proseguito anche dopo tale periodo e in particolare nel 2014, quando l'ex sindaco chiese e ricevette da Buzzi 10mila euro per la sua campagna elettorale alle Elezioni Europee del 2014.

91 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views