Lo sfogo di Francesca: “Ad Amatrice nessuno dirà ‘prima gli italiani poi gli immigrati'”
Francesca Spada, residente a Amatrice, uno dei centri del reatino spazzati via dal terremoto del 23 agosto, ha scritto un post su Facebook che ha avuto migliaia di condivisioni. Perché ha il merito di parlare chiaro e al cuore: "La mia casa di Amatrice è inagibile – inizia – . Non è la mia prima casa quindi un posto dove andare ce l'ho. Ma posso assicurare che a nessun amatriciano sentirete dire che bisogna cacciare gli immigrati dagli alberghi per metterci i terremotati".
Due, i motivi per cui, secondo Francesca, non bisogna prestarsi a questa assurda differenza tra "noi" e "loro "Primo – dice – perché per chi ha vissuto un dramma così la solidarietà è un sentimento molto forte – specie se sei vivo solo grazie a chi ti ha aiutato. E uno che scappa dalla guerra lo senti un po' un tuo simile. Secondo – conclude – perché a Amatrice era ospitato un gruppo di richiedenti asilo, a cui tutti si erano affezionati – sì, si possono percepire gli immigrati come parte della comunità. E perché l'altra notte erano anche loro a scavare, e perché anche qualcuno di loro sta sotto le macerie. Quindi grazie lo stesso, e accoglienza per tutti quelli che ne hanno bisogno, senza ‘noi' e ‘loro'".