Licenziata la sindacalista Micaela Quintavalle: aveva denunciato in tv il disastro Atac
Nel video che postato poco fa su Facebook non riesce a trattenere le lacrime Micaela Quintavalle. La "pasionaria" dell'Atac, conducente del servizio di trasporto pubblico della capitale e leader del sindacato Cambiamenti M410, dopo la sospensione arrivata quest'estate è stata ufficialmente licenziata. La sua colpa? Quella di aver partecipato a una puntata della trasmissione "Le Iene" con la divisa dell'azienda raccontando il disastro del trasporto pubblico romano, mostrando le pessime condizioni in cui viaggiano gli autobus rappresentando un potenziale pericolo per passeggeri e conducenti. Un'intervista che secondo Atac avrebbe leso "l'immagine e la reputazione dell'azienda".
"È appena arrivata la lettera – spiega -. Comunque nel male si è usciti dal limbo, dall'empasse. In questo modo, dopo 128 giorni di sospensione nei quali non ho potuto lavorare e dove ho potuto vivere grazie alle vostre donazioni, posso riprendere in mano la mia vita. Ovviamente fa male, non ho idea di quello che accadrà adesso. Impugnerò questo licenziamento. Paradossalmente ho sempre amato questa azienda e mi sono sempre mossa a difesa. È tutto assurdo. Oggi sono solo lacrime, domani tornerò acciaio".
È il 2012 quando Micaela Quintavalle fa parlare di sé: la studentessa di Medicina che fa la conducente dei bus, con il sogno di fare la psichiatra. Da quel momento in poi si trova sempre in prima fila nelle mobilitazioni degli autisti, costruendo un piccolo ma agguerrito sindacato di cui diventa la leader e la portavoce. Piace alla stampa Micaela, ma anche al Movimento 5 stelle che quando è all'opposizione non manca di appoggiare le sue battaglie e anche lei non nasconde la vicinanza con gli esponenti pentastellati in consiglio comunale, in particolare con Marcello De Vito. Ora che il M5s è al governo della città, e la sindacalista è messa sotto accusa e licenziata per aver denunciato le condizioni in cui versa il trasporto pubblico, non sono però molte le voci che si alzano in sua difesa dai banchi della maggioranza.