Le indagini sull’omicidio di Fabrizio ‘Diabolik’ Piscitelli: la pista della mafia albanese
Seduto insieme a Fabrizio Piscitelli, ‘Diabolik', sulla panchina dove l'ex capo ultras della Lazio è stato ucciso, c'era anche il suo autista-guardaspalle cubano. Da chiarire il suo ruolo nella vicenda, ma sicuramente ha assistito con i suoi occhi a quanto è successo. Secondo una prima ricostruzione, il killer avrebbe dovuto sparare anche a lui, ma la pistola si sarebbe misteriosamente inceppata dopo il primo colpo che ha ucciso Diabolik. Il bodyguard è scappato terrorizzato, almeno stando al suo racconto, e nelle scorse ore è stato ascoltato dagli investigatori. Sicuramente Piscitelli aveva un appuntamento con qualcuno, probabilmente con il suo killer, ma l'autista ha riferito di non sapere né il nome, né il motivo per cui il suo capo dovesse incontrare quella persona. Come noto, dalle indagini è emerso che a sparare a Piscitelli, colpito alle spalle, sarebbe stato un uomo che faceva finta di fare jogging nel parco degli Acquedotti.
Ucciso Fabrizio Piscitelli, la pista albanese e la camorra
Le piste battute dagli investigatori sono principalmente due e sono entrambe legate alla criminalità organizzata della Capitale: quella della camorra e del clan di Michele Senese, ‘o Pazz', e quella della mafia albanese. I contatti di Piscitelli con tutti e due gli ambienti criminali sono noti: per quanto riguarda la camorra, i suoi contatti con i Casalesi sono spiegati ed evidenziati nel IV Rapporto sulle Mafie nel Lazio dell'Osservatorio sulle Mafie della Regione Lazio. Per quanto riguarda, invece, la mafia albanese, Piscitelli, si legge nelle carte di Mafia Capitale, era a capo della ‘Batteria di Ponte Milvio', una banda di picchiatori-italo albanesi. La stessa mafia albanese sarebbe implicata in un traffico di droga internazionale per cui Piscitelli fu indagato e condannato con conseguente sequestro di oltre 2 milioni di euro. Piscitelli, ritengono gli inquirenti, era il tramite tra le due organizzazioni criminali. Forse, per debiti di droga, potrebbe aver trattenuto parte di qualche incasso a lui non dovuto e questo potrebbe aver scatenato la vendetta dei clan. Per il momento, soprattutto per le modalità con cui si è svolto l'agguato mortale, sembrano essere escluse dagli investigatori le piste del mondo ultras e di quello legato alla politica.