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Incidente Battistini, tensione tra movimenti e Casa Pound

Una settimana dopo il tragico incidente che ha visto un auto travolgere 9 persone di fronte metro Battistini, tra cui una donna filippina di 44 anni ha perso la vita, l’estrema destra di Casa Pound alleata della Lega di Salvini scende in piazza. Dall’altra parte i movimenti antagonisti: momenti di tensione e quartiere blindato.
A cura di Valerio Renzi
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Una settimana dopo il tragico incidente che ha visto un auto travolgere 9 persone di fronte metro Battistini, tra cui una donna filippina di 44 anni ha perso la vita, l'estrema destra di Casa Pound alleata della Lega di Salvini scende in piazza. Un presidio a cui hanno partecipato alcune decine di persone per chiedere la chiusura dei campi rom di via della Monachina, dove risiedevano le quattro persone, tra cui due minorenni, a bordo dell'auto killer, e di via Cesare Lombroso, entrambi in XIII municipio. Ad arringare la folla il vicepresidente e portavoce dell'associazione Simone Di Stefano che ha chiesto la chiusura immediata dei campi rom, l'espulsione dei rom stranieri e "l'educazione", ci ha tenuto a chiarire, "anche forzata", di quelli di nazionalità italiana. "È impensabile ci siano posti come i campi rom dove regna sovrana l'illegalità. Il tutto gestito da cooperative rosse di amici degli amici del sindaco che non fanno nulla. Non possiamo ospitare persone che vivono in quei posti, in baracche fatiscenti. I rom vanno allontanati dall'Italia. Il piano di Marino ha fallito e lui deve dimettersi", ha aggiunto Di Stefano

Dall'altra parte un gruppo di appartenenti ai movimenti antagonisti che, scandendo slogan e mostrando cartelli, ha provato ad avvicinarsi dopo un breve corteo al presidio di Casa Pound, per essere allontanati da un cordone dalle forze dell'ordine. "Vogliamo prendere parola e commemorare a modo nostro una nostra sorella migrante che, da molto lontano, nella nostra città aveva portato i suoi sogni e le sue speranze. – spiegano i movimenti – Sappiamo bene come i migranti, come tanti italiani, vivano uno sfruttamento quotidiano sul lavoro, sulla casa, nell'accesso ai diritti. Per questo non possiamo accettare che si continui a fare campagna elettorale sulla pelle dei morti, come abbiamo visto fare a troppi sciacalli".

L'assessore Danese: "Chiudere campi è un nostro obiettivo"

A commentare le proposte di Casa Pound è l'assessore Francesca Danese assieme alla consigliera di Sel Erica Battaglia, che rivendicano l'impegno nella chiusura dei campi rom in una prospettiva di solidarietà e non di caccia alle streghe, e ricordano come i campi attrezzati siano stati istituiti quando al governo c'erano Forza Italia e la Lega.  "L'appello di Casapound, che oggi manifesta per la chiusura dei campi Rom nell'ambito della manifestazione autorizzata a Battistini, arriva tardi ed è fuori luogo. Arriva tardi, perché tra gli impegni presi da questa Amministrazione in campagna elettorale c'era anche il superamento del sistema dei campi rom. – recita il comunicato – È fuori luogo perché non interroga la vecchia Amministrazione sull'uso dei fondi in emergenza che il governo Berlusconi diede a Roma per l'ormai noto e fallimentare ‘Piano Rom' ideato dalla Giunta di centrodestra che guidava la città, piano che ha portato all'allestimento di tre nuovi campi per una spesa esagerata e al completo abbandono e sovraccarico di quelli già esistenti". "Solidarietà e sicurezza – aggiungono – non sono in antitesi".

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