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Il Pd presenta il conto a Marino: “via la giunta o elezioni anticipate”

Faccia a faccia tra Ignazio Marino e il Partito democratico al Nazareno. Tra “panda-gate” e rivolta nelle periferie si fa largo l’ipotesi di elezioni anticipate, ma prima un ultimo appello per il sindaco: rimpasto di giunta e nuova agenda di governo della città.
A cura di Valerio Renzi
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Periferie in rivolta e la vicenda "Panda-gate". Un'altra settimana difficile per Ignazio Marino, la cui poltrona è tornata a traballare. Ieri al terzo piano del Nazareno, nel cuore del quartier generale del Partito democratico sotto i riflettori c'era proprio lui: Ignazio Marino che, poche ore dopo i fischi ricevuti in piazza a Tor Sapienza, ha dovuto affrontare anche le ire dello stato maggiore del Pd. Sono in molti oramai a pensare che Marino non sia in grado di governare una città difficile come Roma, soprattutto rifiutandosi di entrare in sintonia con il proprio partito e con i cittadini. Che un momento di confronto interno non fosse più rimandabile è stato chiaro lo scorso giovedì quando, mentre Ignazio Marino era in visita a Londra, era stato lo stesso Pd, prendendo in contropiede le opposizioni, ha chiedere a Marino di venire a riferire in aula sul giallo delle multe non pagate. I consiglieri democratici su tutte le furie aspettano il sindaco in capannelli fuori e dentro l'aula: non solo Marino non gli ascolta ma li lascia da soli a difendere le gaffe sue e del suo staff.

Via la giunta o elezioni anticipate

Così anche l'ipotesi di elezioni anticipate in primavera, fino a pochi giorni fa osteggiata dallo stesso Matteo Renzi convinto che il Chirurgo rappresentasse il male minore, è stata esplicitamente messa sul tavolo durante il vertice. Per Marino una sola via d'uscita: l'azzeramento della giunta e, assieme al cambio della squadra di governo un cambio dell'agenda per la città. Sono mesi ormai che i democratici chiedono un rimpasto al sindaco, a cominciare dal ridimensionamento del ruolo di Luigi Nieri di Sel, vicesindaco e assessore al patrimonio, e all'esclusione dell'assessore alle Politiche Sociali Rita Cutini.

Ad alzare la voce contro il sindaco è il segretario romano del partito, Lionello Cosentino, solitamente uomo del compromesso ma non più disposto a difendere sempre Marino. Tra i più duri troviamo il presidente del consiglio comunale Mirko Coratti, che punterebbe ad una poltrona di peso in giunta, al pari del coordinatore Fabrizio Panecaldo. A puntare il dito contro il sindaco e a invocare una svolta c'è poi Francesco D'Ausilio, costretto alle dimissione da capogruppo dopo che ha diffuso alla stampa il "sondaggio killer" contro Marino, che ieri si sarebbe preso una piccola rivincita e tolto qualche sassolino dalla scarpa. Al tavolo anche uomini di esperienza che conoscono bene la città, quelli che hanno il polso dell'elettorato e di che pensano i poteri forti, come Silvio di Francia che avverte: "serve un cambio di passo subito se non vogliamo perdere Roma".

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