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Il ministro Calenda accusa Raggi: “Arrogante e incompetente”. E chiude il tavolo per Roma

L’accusa del ministro Carlo Calenda alla sindaca Virginia Raggi in una lettera: “Per colpa dell’immobilismo Roma perderà 1 miliardo di euro. Secondo il titolare dello Sviluppo Economico il tavolo per Roma, con governo, regione e parti sociali, non sta dando il risultato sperato per colpa dell’incapacità dell’amministrazione capitolina,
A cura di Valerio Renzi
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Roma rischia di perdere 1 miliardo di euro di investimenti per colpa dell'immobilismo dell'amministrazione comunale. L'accusa, durissima, è contenuta in una lettera firmata dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Il documento è riportato oggi dalle pagine del quotidiano il Messaggero, ed è indirizzato a Virginia Raggi. Nella lettera la maggioranza pentastellata è tacciata di  "immobilismo" e di "mancanza di capacità realizzativa", una mancanza di iniziativa che per Calenda "preclude la possibilità di ottenere i risultati sperati" e di utilizzare le risorse già stanziate per la città sul tavolo per Roma voluto proprio dal ministro.

Raggi: "In campagna elettorale promettono 1 miliardo"

Durissima la reazione della sindaca di Roma Virginia Raggi, che in una nota stampa afferma di non aver ricevuto ancora la missiva e di averne appreso il contenuto a mezzo stampa.  "Ho letto la lettera di Calenda, ormai le leggo prima sui giornali e poi mi vengono inviate per conoscenza. Mi stupisce, forse neanche tanto, che a due settimane dal voto si torni a promettere un miliardo per Roma, dopo cinque anni in cui il Governo si è assolutamente dimenticato della Capitale. Se questo miliardo fosse vero lo avremmo inserito in bilancio, in bilancio non posso inserire né parole né promesse", ha risposto la prima cittadina della capitale.

Il ministro in risposta chiude il tavolo per Roma

Dopo le dichiarazioni di Virginia Raggi arriva la replica, in qualche modo definitiva, del ministro Calenda, che annuncia la chiusura del tavolo interistituzionale di confronto su Roma. "Andremo avanti con la Regione con i progetti che non dipendono da questa amministrazione", si legge in una nota che esce dal Mise. "Ho più volte dichiarato sin dall'esordio che i problemi di Roma vengono da lontano e che non sono imputabili all'attuale amministrazione – afferma Calenda -Il Mise ha dedicato un team di 20 persone per seguire i progetti del tavolo di lavoro. Dopo mesi scanditi da una totale assenza della Sindaca e da proposte a dir poco stravaganti e richieste assurde formulate anche sulla base di errori di aritmetica, mi pare che non ci sia più alcun senso nel continuare questo lavoro. Ieri ho spiegato alla Sindaca per iscritto e nel dettaglio a che punto sono i progetti del tavolo Roma e quali sono le tante inadempienze e ritardi del Comune invitandola ad un incontro ristretto con il Presidente Zingaretti".

"La risposta della Sindaca – conclude il ministro – conferma che l'unica strada per evitare di continuare a sprecare tempo e risorse è quella di chiudere il tavolo. Evidentemente la Sindaca ritiene di non aver bisogno di aiuto. Speriamo per la città che sia così. Per parte mia non posso che rilevare il fatto che siamo di fronte a un combinato disposto di incompetenza e arroganza che fino ad oggi non avevo mai sperimentato. Andremo avanti, insieme la Regione, con i progetti per Roma che non dipendono dalla collaborazione con questa amministrazione".

Raggi – Calenda: l'ultimo capitolo di un lungo scontro istituzionale

Non è il primo scontro istituzionale tra il Campidoglio e il ministro Calenda, che lo scorso novembre l'aveva definita "una turista per caso" al tavolo di confronto interistituzionale. "Il Comune di Roma, invece, a questo tavolo sembra uno spettatore assente. – denunciava già mesi fa Calenda  Noi, dopo un’analisi approfondita dei dati della città, abbiamo presentato le iniziative e abbiamo identificato le risorse insieme alla Regione. E questo ci sta pure, non è un problema. Quello che non funziona è che nelle attività che vanno fatte perché i progetti vedano la luce, il contributo del comune di Roma è zero”. Dichiarazioni precedute da una lunga polemica sui tempi e la modalità di convocazione del confronto.

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