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Il M5s applica il “metodo Marino” per far cadere il sindaco ribelle di Pomezia Fabio Fucci

Con il “metodo Marino” il Movimento 5 stelle manda a casa il sindaco di Pomezia Fabio Fucci che, dopo aver criticato la regola dei due mandati, ha deciso di candidarsi alle prossime elezioni comunali con una sua lista civica: così i consiglieri della sua maggioranza hanno presentato in blocco le dimissioni. Crisi per il M5s anche a Nettuno dove a dimettersi in blocco è stata la giunta comunale e la maggioranza appare spaccata.
A cura di Valerio Renzi
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Il sindaco ribelle di Pomezia, Fabio Fucci, è stato colpito da quello che ormai è anche noto come ‘metodo Marino’, ricordando le modalità con cui l’ex sindaco di Roma fu costretto ad abbandonare anzi tempo la sua poltrona, grazie alle dimissioni in blocco dei consiglieri della sua stessa maggioranza. Il Movimento 5 stelle ha deciso così di rompere definitivamente con Fucci, determinato a candidarsi nuovamente alla guida del comune a sud di Roma, criticando la regola dei due mandati ribadita più volte dalla leadership pentastellata, con una sua lista civica. I consiglieri di maggioranza, dopo la rottura consumata tra Fucci e i vertici, hanno deciso di arrivare così all'appuntamento elettorale di fine maggio con un commissario prefettizio in carica, non dando così all'attuale primo cittadino la possibilità di finire naturalmente il mandato ed esplicitando senza nessuna possibile ambiguità la rottura tra il sindaco di Pomezia e il Movimento 5 stelle.

Nettuno: si dimette tutta la giunta M5s, il sindaco Casto in bilico

Problemi di tenuta per il M5s nelle amministrazioni locali nel Lazio anche a Nettuno, dove lo scorso sabato tutti gli assessori hanno deciso di consegnare le proprie deleghe nelle mani del sindaco Angelo Casto. Le tensioni vengono da lontano: da una parte i consiglieri di maggioranza hanno minacciato di non votare il bilancio, se il primo cittadino non avesse allontanato il vicesindaco Daniele Mancini e gli assessori Guido Fiorelli e Stefano Pompozzi. Alla fine però, al momento della conta, il gruppo consiliare si è mostrato spaccato e solo un consigliere ha votato ‘no', mentre altri cinque hanno preferito uscire dall'aula.

Le critiche per i membri della giunta sotto accusa partono dalla ricerca di altre posizioni a partire dal loro ruolo istituzionale: l'assessore Fiorillo ha partecipato alle parlamentarie, il vicesindaco ha certificato una lista per le elezioni ad Anzio (dove correrebbe forse per la carica di sindaco) e Mancini aveva accettato di andare a fare l'assessore in Regione in caso di vittoria di Roberta Lombardi. Il sindaco Casto, al contrario di quanto ci si potesse aspettare, ha accettato le dimissioni dei membri della sua giunta e ora l'amministrazione del M5s a Nettuno appare più in bilico che mai.

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