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Il comune di Roma: “Tutto regolare, nessuna casa assegnata a Giuseppe Spada”

Il comune di Roma si difende dall’accusa di aver assegnato una casa a Giuseppe Spada, zio di Roberto, regolarizzando la sua posizione di occupante abusivo. Tra le attività del clan anche il così detto racket delle case popolari.
A cura di Valerio Renzi
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Il comune di Roma, con una dichiarazione dell'assessora al Patrimonio e alle Politiche Abitative Rosalba Castiglione, smentisce le ricostruzioni giornalistiche sull'assegnazione di una casa a Giuseppe Spada, zio di Roberto, noto esponente della famiglia criminale egemone nel quartiere di Nuova Ostia e in carcere tra l'altro per l'ormai famosa testata al giornalista di Nemo Daniele Piervincenzi. Gli Spada, secondo quanto emerso da diverse inchieste, annoverano tra le loro attività proprio il così detto ‘racket delle case popolari'. L'uomo occupa abusivamente l'alloggio dal 2001 e ha fatto domanda per regolarizzare la sua posizione.

"Da alcune ricostruzioni emerge una disonestà intellettuale della peggiore specie. – si legge nella nota – La vicenda è chiara: nessuna casa popolare è stata assegnata a Giuseppe Spada. Il parere dei dipendenti capitolini non è la conclusione dell’iter imposto dalla Regione. Stiamo seguendo il procedimento con la massima attenzione, tutti i controlli saranno eseguiti con assoluto rigore. E non perché la vicenda ha avuto un clamore mediatico e viene biecamente strumentalizzata, ma perché i dipendenti capitolini devono lavorare seguendo pedissequamente le procedure". Poi se la prende con la Regione Lazio: "La legge della Regione Lazio non consente alcuna scelta discrezionale sulla sanatoria imposta. È la Regione, che ha creato la sanatoria e ne ha dettato i criteri, che dovrebbe essere al centro di domande e spiegazioni”.

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