199 CONDIVISIONI

Il Comune di Roma è pronto a segregare i cittadini di “etnia rom” spendendo milioni

Chiudono finalmente i Centri di Accoglienza per soli cittadini di “etnia rom”. Per sistemare le 600 persone che vi sono ospitate Roma Capitale ha emanato un nuovo bando per l’apertura di nuovi sei centri di accoglienza per soli rom: più di tre milioni e mezzo di euro ogni anno per riprodurre un sistema d’accoglienza che fagocita denaro pubblico e perpetua l’emergenza all’infinito, segregando ancora una volta la popolazione rom.
A cura di Valerio Renzi
199 CONDIVISIONI
Immagine

Tutti, da destra a sinistra, vogliono chiudere i campi rom e il sistema di gestione che per anni gli ha tenuti in piedi. Eppure sembra che le istituzioni, dopo aver creato ghetti etnici la cui irregolarità ed effetti nefasti sono ormai stati denunciati anche dalle istituzioni europee, non sono in grado di cambiare direzione. A dimostrarlo la Determinazione Dirigenziale n° 938 del 15/03/2016, con cui l'amministrazione diretta dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, ordina l'avvio di una "procedura di indagine di mercato per il reperimento di strutture idonee all'accoglienza delle suddette persone". Quali sono queste "suddette persone"? Si tratta di circa le 600 persone di "etnia rom", come scritto nero su bianco nell'atto emanato dall'amministrazione, ora ospiti nei Centri di Accoglienza di via Salaria, via Amarilli e via Toraldo, prossimi alla chiusura.

Dopo anni di critiche e denunce delle associazioni che si occupano di diritti umani (come l'Associazione 21 luglio o Amnesty International, che "sul sistema d'accoglienza per soli rom" hanno prodotto dettagliati report), ora le strutture in questione stanno per chiudere: condizioni igienico sanitarie fatiscenti, costi alti di gestione e assenza di una qualsivoglia politica d'inserimento sociale e di superamento dell'emergenza. Una situazione di fronte alla quale però l'amministrazione pubblica sembra determinata a percorre strade già percorse in passato: concentrare in strutture specifiche l'accoglienza delle persone di "etnia rom", fornendo pranzo e cena, un tetto sopra la testa, ma nessun servizio di accompagnamento. Una politica miope, che segrega una popolazione su criteri esclusivamente etnici, limitandosi a medicalizzarla. Un sistema che riempie le casse degli enti che gestiscono le strutture di accoglienza, sempre gli stessi visto che si deve già essere accreditati per partecipare al bando, ma che non fa intravedere nessun superamento di un sistema d'accoglienza che non fa che riprodurre se stesso, fagocitando risorse pubbliche.

Un'operazione fallimentare in partenza dunque, e che ha anche un costo considerevole: a chi metterà a disposizione le strutture e le gestirà i fondi non mancheranno. La previsione di spesa annua per ogni struttura è di 614.509,27 euro, divisi in 362.509, 27 euro come "quota fissa soggetta a ribasso", a cui vanno aggiunti sette euro al giorno per i pasti, per un importo considerato di € 252.000,00. Visto che i soggetti di "etnia rom" destinatari dell'accoglienza sono stimati nel numero di 600 persone, e queste vanno divise in strutture per una capienza massima di 100 persone, parliamo di una spesa prevista di oltre 3 milioni e 600mila euro, pari ad altre 16.000 euro a persona per ogni anno.

Una "toppa" costosa per l'accoglienza di sole 600 persone. Soldi che potrebbero utilizzati ad esempio per l'erogazione di un buono casa, come avvenuto per chi è stato costretto a lasciare i residence, per progetti di inserimento sociale o di avviamento a lavoro. Invece no, si preferisce mantenere i rom in comunità chiuse e separate, in strutture controllate giorno e notte, dove le famiglie non possono neanche cucinarsi o godere di un minimo di autonomia. Certo, i nuovi centri saranno più puliti e più dignitosi di quelli attualmente aperti, ma la sostanza non cambia. Ma dopo mafia capitale non doveva cambiare tutto?

199 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views