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Opinioni

Grazie al Decreto Salvini gli occupanti del liceo Virgilio rischiano fino a 4 anni di carcere

Danneggiamento, interruzione di pubblico servizio e invasione di edificio, questi i reati contestati dalla questura di Roma ai ragazzi dell’istituto romano: un esempio di gestione muscolare dell’ordine pubblico, incapace di affrontare il dissenso politico di studenti e studentesse.
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A cura di Roberta Covelli
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La protesta degli studenti del Virgilio (Foto Simona Berterame)
La protesta degli studenti del Virgilio (Foto Simona Berterame)

Dopo l’occupazione e lo sgombero, arrivano le denunce per gli studenti del liceo Virgilio. Il comunicato sulla pagina del Collettivo autorganizzato parla chiaro: sono state formalizzate le accuse di danneggiamento, interruzione di pubblico servizio e invasione di edificio pubblico a otto studenti identificati il giorno dello sgombero, con la minaccia di coinvolgere altri 74 ragazzi presenti all’occupazione. Tra di loro si contano anche 28 maggiorenni, che sarebbero destinatari dell’ulteriore accusa di aver istigato i minori a commettere i reati in questione.

La repressione delle occupazioni scolastiche è stata più volte ridimensionata dalla giurisprudenza, perché ad esempio – come recitava un’importante sentenza della Cassazione nel 2000 –  “l’edificio scolastico […] pur appartenendo allo Stato, non costituisce una realtà estranea agli studenti, che non sono dei semplici frequentatori, ma soggetti attivi della comunità scolastica e pertanto non si ritiene che sia configurato un loro limitato diritto di accesso all'edificio scolastico nelle sole ore in cui è prevista l'attività scolastica in senso stretto”, ma il Decreto Salvini inasprisce uno dei reati tipici dei procedimenti a carico degli studenti: l'invasione di terreno o edificio. Così gli studenti arrivano a rischiare fino a quattro anni di reclusione, con una pena minima di due anni e, in caso di condanna, non potranno neanche usufruire della condizionale della pena prevista per le condanne fino a ai due anni.

È questa la maniera migliore per rispondere alle istanze poste dagli studenti che occupano le scuole? La gestione muscolare dell’ordine pubblico, interpretata nel Decreto Sicurezza, colpisce sia il dissenso politico quanto la marginalità sociale. Il caso romano è emblematico: lo sgombero di luoghi occupati e presidi temporanei, dal Baobab all’ex-Penicillina, con l’emissione di decreti di allontanamento per motivi di pubblica sicurezza (DASPO) e diverse denunce proprio per il reato di invasione di terreni o di edifici è ormai prassi quasi quotidiana, così come negli ultimi mesi le proteste studentesche sono sempre meno tollerate.

L'Unione degli Studenti ha dichiarato la propria solidarietà ai liceali del Virgilio denunciati, promettendo che le scuole “sono e rimarranno laboratori politici, luoghi di discussione permanente contro ogni atto violento ed intimidatorio” visto che la conflittualità all'interno degli istituti è sempre più trattata come una questione di ordine pubblico. Il DL Salvini colpisce infatti pratiche tipiche delle proteste politiche e studentesche: il reato di blocco stradale ad esempio è stato allargato dal decreto ben oltre i suoi confini naturali, punendo ora con la reclusione da uno a sei anni qualunque ostacolo alla circolazione, anche su strada ordinaria.

È ragionevole che occupare la propria scuola sia punito più severamente che infliggere a qualcuno lesioni personali (reato punito con la reclusione da uno a tre anni)? Cosa ne pensano opinionisti, associazioni di genitori, insegnanti e presidi, tutti in prima fila nelle scorse settimane nel condannare la protesta dei ragazzi del Virgilio?

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Nata nel 1992 in provincia di Milano. Si è laureata in giurisprudenza con una tesi su Danilo Dolci e il diritto al lavoro, grazie alla quale ha vinto il premio Angiolino Acquisti Cultura della Pace e il premio Matteotti. Ora è assegnista di ricerca in diritto del lavoro. È autrice dei libri Potere forte. Attualità della nonviolenza (effequ, 2019) e Argomentare è diabolico. Retorica e fallacie nella comunicazione (effequ, 2022).
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