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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Grazie al carabiniere Rega, che per uno stipendio da fame arrestava i criminali di notte

Hanno ucciso a coltellate un carabiniere, questa notte a Roma: si chiamava Mario Cerciello Rega. Lo hanno fatto con sette coltellate, e io scrivo questo minuscolo pezzo perché voglio ringraziare il CARABINIERE con la maiuscola in ogni lettera. Grazie a chi prova ad essere leva, in un mondo di barbarie da scardinare. Grazie a chi si trova per una miseria economica alle tre di notte ad arrestare criminali, perché non rubino di giorno le borse alle signore, che potrebbero essere le nostre mamme.
A cura di Saverio Tommasi
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Mario Cerciello Rega, carabiniere
Mario Cerciello Rega, carabiniere
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Hanno ammazzato un uomo, stanotte. Hanno ammazzato un carabiniere in servizio, con otto coltellate.  Aveva appena fermato due uomini per un sospetto furto, uno dei due ha estratto un coltello e lo ha colpito una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette volte. Che ci vuol cuore per prendere una coltellata in petto e non morire subito, chissà cosa avrà pensato durante il viaggio in ospedale, Mario Cerciello Rega, aveva 34 anni, c'è una sua foto in cui sorride e mostra la fede, accanto a lui una donna pixellata in volto che mi si arrotola lo stomaco a pensarla ora.

Al momento sono stati fermati due giovani cittadini americani, studenti in un'università privata di Roma. Contro di loro sono non sono ancora state formalizzate delle accuse. Lo dico per cronaca, e perché siamo tutti chiamati alla responsabilità.

Io mi inchino a Mario Cerciello Rega, un nome antico per un uomo giovane, carabiniere con la maiuscola in ogni lettera che questa notte è stato ammazzato. Mario faceva il suo dovero per uno stipendio base di 17.960,63 euro annui. Questo guadagna un vicebrigadiere.
Io mi inchino a chi fa il proprio lavoro, a chi non si sottrae, a chi muore di coltellate o di fatica, a chi non cerca di rendersi invisibile di fronte alla vita.

Mi inchino al fornaio che si alza quando io vado a letto, ai bambini che su quel pane fresco mettono la marmellata, a chi pulisce le strade, a chi guida il camion dello spurgo, che tutti dicono "che puzza", ma pochi pensano a chi ci convive.
Mi inchino a chi fa l'educatore, l'assistente sociale, la psicologa, in un'epoca in cui una mela marcissima diventa categoria, io mi inchino a loro perché chi svolge bene il proprio lavoro ha bisogno pure di un grazie, perché mica sono macchine, sono Uomini e sono Donne.
Grazie carabiniere Mario Cerciello Rega, grazie a tutti i carabinieri e le Forze dell'Ordine, ogni giorno brutalmente strumentalizzate da chi ruba loro la divisa per esibirla di fronte a una telecamera, o impartisce ordini terribili come uno sgombero senza soluzione.

Grazie a chi prova ad essere leva, in un mondo di barbarie da scardinare. Grazie a chi arresta i colpevoli ma non butterebbe mai via la chiave.
Grazie ai carabinieri che raccolgono una denuncia, che incitano alla denuncia. Che si trovano per una miseria economica alle tre di notte ad arrestare criminali, perché non rubino di giorno le borse alle signore, che potrebbero essere le nostre mamme.

Io non la conoscevo, signor carabiniere Mario Cerciello Rega, ma credo che chi lavora fino allo stremo, e si sposa con la divisa, abbia tanto amore addosso che fatica a contenerlo, e perciò può solo prendere con affetto un abbraccio da una persona anche se non la conosceva.
Dunque un abbraccio grande, signor CARABINIERE con la maiuscola in ogni lettera.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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