Andrea Gioacchini era uscito da pochi giorni dal carcere. Domenica era tornato in libertà, anche se sottoposto a sorveglianza speciale, e fuori qualcuno lo aspettava per regolare qualche conto. Qualcuno che non si è fatto scrupolo a sparare tre colpi di pistola davanti a un asilo nido proprio all'orario di ingresso dei bambini. Questa è l'ipotesi degli inquirenti, che scavano negli affari e nei giri del 34enne morto dopo alcune di agonia in ospedaler, raggiunto da un proiettile alla testa che non gli ha lasciato scampo.
Un'esecuzione in stile mafioso come da tempo non se ne vedevano a Roma che preoccupa gli investigatori la paura è che l'omicidio sia solo il primo di una sequenza, che la morte del pluripregiudicato inneschi una reazione. Continua la caccia, serrata, al killer che da uno scooter ha premuto il grilletto per poi darsi alla fuga. Alina, la compagna di Gioacchini e madre delle due bambine che avevano appena lasciato a scuola, è stata a sua volta ferita anche se in maniera lieve. Dimessa dall'ospedale ora sarà nuovamente ascoltata dagli inquirenti.
La vittima aveva alle spalle un lungo curriculum criminale. Era finito agli onori delle cronache per aver rapito e seviziato un piccolo imprenditore a scopo di estorsione, assieme al fratello maggiore Sergio. Un episodio che ha occupato a lungo le pagine della cronaca perché vedeva la partecipazione, con un ruolo di primo piano Tamara Pisnoli, l'ex moglie del calciatore della Roma Daniele De Rossi, e per la brutalità delle violenze riservate all'uomo per convincerlo a pagare ancora i suoi aguzzini. Ora gli investigatori dovranno unire i puntini, ricostruire a chi il 34enne avrebbe potuto fare uno "screzio" così grave da essere punito con la morte, un'onta da lavare con il sangue.