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Gigi Proietti dal Papa in Campidoglio: “Non ha voluto infierire sullo stato della città”

Ad accogliere e ascoltare il Pontefice in visita ufficiale in Campidoglio anche Gigi Proietti. L’attore ha così commentato le parole di Francesco: “Forse in questa fase è meglio non buttarsi troppo giù. Ma i primi a essere severi con noi stessi dobbiamo essere noi romani. Mi viene in mente appunto quello che disse un altro Papa. Quel dàmose da fa! pronunciato nel 2004 da Giovanni Paolo II”.
A cura di Redazione Roma
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Ieri in Campidoglio, ad attendere e accogliere Papa Francesco in visita ufficiale al comune di Roma  c'era anche Gigi Proietti. L'attore, che tante volte ha dato voce e corpo all'anima popolare della città, ha ascoltato il discorso di Francesco e della sindaca Virginia Raggi. Nonostante i toni ottimistici, Proietti non ha nascosto la sua visione decisamente meno positiva dello stato della città: "Forse in questa fase è meglio non buttarsi troppo giù. Ma i primi a essere severi con noi stessi dobbiamo essere noi romani. Io non faccio parte della stessa sponda politica in cui milita Virginia Raggi, ma la situazione di Roma è molto complicata e questo ormai è un giudizio comune, diffuso e apolitico". Spiega Proietti intervistato dal Messaggero, e poi cita Papa Wojtyla: "Mi viene in mente appunto quello che disse un altro Papa. Quel dàmose da fa! pronunciato nel 2004 da Giovanni Paolo II. Vede, i pontefici in questa città, si giuntano, nel senso si uniscono, l'uno all'altro. E quell'esortazione è più che mai attuale". Pur non essendo in elettore del Movimento 5 stelle, Proietti spiega di "stare ancora aspettando una scossa da parte di questa giunta": "Mi auguro tanto che questa storica visita del pontefice in Campidoglio serva a smuovere le cose, a riaccendere la luce di una città ormai spenta. E da romano non posso che ringraziarlo".

"La peculiare identità storica, culturale e istituzionale di Roma richiede che l'amministrazione capitolina sia posta in grado di governare questa complessa realtà con strumenti normativi appropriati e una congrua dotazione di risorse", ha detto il pontefice nel discorso pronunciato in aula Giulio Cesare, sposando la necessità di una riforma amministrativa e di maggiori risorse per la capitale. Poi il richiamo all'accoglienza e l'impegno per le periferie: "Oggi quelle e altre periferie hanno visto l'arrivo di numerosi migranti fuggiti dalle guerre e dalla miseria, i quali cercano di ricostruire la loro esistenza in condizioni di sicurezza e di vita dignitosa. Roma, città ospitale, è chiamata ad affrontare questa sfida epocale nel solco della sua nobile storia; ad adoperare le sue energie per accogliere e integrare, per trasformare tensioni e problemi in opportunità di incontro e di crescita".

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