Rancore, rapper di 29 anni ormai un veterano della scena romana, duetterà con Daniele Silvestri sul palco dell'Artiston per l'edizione 2019 del Festival di Sanremo. Pseudonimo di Tarek Iurcich, mamma egiziana e papà croato, Rancore è cresciuto al Tufello, quartiere di case popolari nel quadrante Nord-Est della capitale. Una lunga strada la sua, spesso lontana dai riflettori e quattro album all'attivo, il primo nel 2006 a soli 17 anni e un'evoluzione che l'ha portato dal più classico rap hardcore "alla romana" secondo la lezione di Colle Der Fomento e Cor Veleno, a uno stile personalissimo e a una qualità di scrittura difficile da trovare nel panorama rap e trap. Uno stile letteralmente esploso con l'ultimo album "Musica per bambini" (2018) e un tour che l'ha consacrato a un meritato successo.
Una scrittura e una voce graffiante quella di Rancore, temi e rime lontane anni luce dallo stile autoreferenziale tutto soldi, successo, Rolex e macchinoni di molti giovani (e giovanissimi) artisti da classifica. E per capire l'artista che vedrete duettare con Daniele Silvestri conviene andare alle origini, a un brano intitolato "Tufello". Un racconto di amore e odio scritto da un ragazzo adolescente per la sua borgata, seguendo gli stilemi del più classico registro street, ma dove già si vede quella capacità di giocare con le rime e di non dire mai (o quasi mai) la cosa più scontata. In "Tufello" non c'è nessun orgoglio di strada, nessuna ostentazione di qualche codice d'onore , ma la descrizione nuda di personaggi, situazioni, sentimenti di una periferia romana. Già in queste rime c'è tutta la voglia di volare di Tarek, senza mai scordarsi da dove si viene.
Giro cor coltello quando giro per Tufello
Giro cor coltello quando passo di qui
Giro cor coltello quando giro per Tufello
Giro cor coltello quando passo di qui
Quando passo di qui…
So' nato ar Tufello
è lì che vivo, conosco ogni curva, ogni strada, ogni bivio
Se vuoi te lo descrivo, per me non è un bel posto
Ma questo è il suo costo e non voglio esserne privo
La testa di domande mi riempivo mentre poi
Ho aperto gli occhi e la realtà m'ha detto che
Ero già un b-boy e poi per scriver testi come vuoi
Devi capire, la strada del passato, del presente e l'avvenire
A venire avanti sono sempre i più forti
Quelli che ti ricordi anche quando son morti
E quelli che fanno i torti perché sono i più alti
Mente quelli più bassi son ritenuti scarti
E se ti pieghi, col cazzo che poi t'alzi in piedi
Se una volta che stai sotto stanno sotto anche i tuoi eredi
Non ci credi allora, prova a metterti nei miei panni
Quando da una vita intera gioco a scacchi come Gianni
Sarà sto fumo, saranno queste micce
Sarà che c'è qualcosa che nell'aria non convince
Sarà la campagna che diventa sempre meno
Sarà che in futuro in piazza ci passerà un treno
Sarà che per molti il Tufello resta un buco
Sarà che di giorno è spento che di notte è cupo
Sarà quest' amore non corrisposto verso ‘sto posto
Fondato sopra un tufo
Di notte si rischia ma c'è chi se ne infischia
Attraverso la mia via poi di fronte c'ho la bisca
Ch'è nascosta sotto terra da sguardi indiscreti
Quand'ero piccolo sbirciavo da posti segreti
Io c'ero quando il ragazzino in moto è morto sotto al bus
Quando in quella via di Val Melaina è scoppiato il gas
Cresciuto a Via Capraia, medio-look come Nas
Prima sano mentre adesso tinto come Brass
Stampato come un fax il mio destino, guardo alle prossime
Situazioni che mi appaiono più ostiche
è sempre mal visto ogni ospite, ma quanti amici
Di quartiere, cazzo, hanno le madri tossiche sicchè
Quando cammini per le strade senti queste cose:
"donna trovata dentro a un cassonetto morta di overdose
Uomo accoltellato dentro a un prato nella notte
Le ragazzine a 13 anni sono già mignotte"
Chi se ne fotte, vedo ragazzini all'angoletto
Che vendon le bustine ai vecchi con il cocco dentro
Sì, gli stessi vecchi alcolizzati della piazza
La gente matta che è una vita che sta a testa bassa
Se senti spari e perché la gente qui si ammazza
Dirti che questo è un ghetto sarebbe una farsa
Questo non è un ghetto, cazzo qui stiamo in Italia
E niente gangster, nessuno sulla testa c'ha la taglia
La situazione è brutta, comunque non c'è dubbio
Io sento un urlo ogni volta che qui cala il buio E altro che 11/09, qui siamo allo 00139
Sarà sto fumo, saranno queste micce
Sarà che c'è qualcosa che nell'aria non convince
Sarà la campagna che diventa sempre meno
Sarà che in futuro in piazza ci passerà un treno
Sarà che per molti il Tufello resta un buco
Sarà che di giorno è spento che di notte è cupo
Sarà quest' amore non corrisposto verso ‘sto posto
Fondato sopra un tufo
Pischelli in comitiva chiedono "chi cazzo siete?"
Sguardi assatanati al collo stemma di Mercedes
In mano qualche Ceres urlan "che me stai a imbruttì?"
Cominciano le risse facili alla Bud and Terence
E ti parla uno che, nella sua posizione
Ha subito un'aggressione da ben 5 persone
5 contro 1 come la masturbazione
Ma non chiedermi perchè io cado in depressione
Calci in faccia, sulla schiena
Poi per terra sangue al naso
Ho capito che le cose non succedono per caso
Nel posto in cui so' nato ho cominciato a capire
La strada del passato,del presente e l'avvennire
Ho visto la gente che cade, spacciatori, tossici
O gladiatori con le spade
Polvere pallida d'angelo di fata, lo so
Se la vende il mio vicino di casa…
Sarà sto fumo, saranno queste micce
Sarà che c'è qualcosa che nell'aria non convince
Sarà la campagna che diventa sempre meno
Sarà che in futuro in piazza ci passerà un treno
Sarà che per molti il Tufello resta un buco
Sarà che di giorno è spento che di notte è cupo
Sarà quest' amore non corrisposto verso ‘sto posto
Fondato sopra un tufo