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Emergenza Rifiuti, Raggi e la strategia dello struzzo: senza discarica domani il commissariamento

Tempo scaduto per il Campidoglio per indicare i siti dove portare i rifiuti di Roma quando la discarica di Colleferro chiuderà il prossimo 15 gennaio e 1000 tonnellate d’immondizia al giorno rischiano di rimanere in mezzo a una strada. Ma dalla sindaca per ora nessun segnale di novità .
A cura di Valerio Renzi
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Alla Regione Lazio e al ministero dell'Ambiente non è arrivato nessun invito a discutere e a sedersi attorno a un tavolo. Sembrano lontani i giorni in cui sindaca di Roma Virginia Raggi mandava lettere infuocate convocando le parti con una manciata di ore preavviso per risolvere l'emergenza rifiuti che incombe sulla capitale, ancora più remoti quelli in cui lanciava ultimatum di fuoco. Da oltre quarantotto ore dal Campidoglio non arriva nessun segnale, eppure questa sera scadono i termini indicati dalla Pisana per decidere il sito per la realizzazione di una o più discariche. Una discarica così detta di "servizio", in attesa che Ama realizzi la gara per portare i rifiuti all'estero e che altre regioni si prendano carico dell'immondizia di Roma (un accordo potrebbe presto essere chiuso con la Sardegna), ma soprattutto che si proceda con la realizzazione degli impianti. I tecnici degli enti locali coinvolti hanno già stilato di comune accordo una lista di siti ma serve ora una scelta politica. Ma la sindaca fa lo struzzo e sembra aspettare inesorabile l'arrivo del commissariamento.

Secondo alcune fonti la sindaca starebbe con insistenza chiedendo nuovi pareri per impugnare l'ordinanza della Regione Lazio di fronte al tribunale amministrativo ma, finora, tutte le voci ascoltate hanno vivamente sconsigliato di intraprendere questa strada anche perché non risolverebbe il vero problema: dove portare 1000 tonnellate di rifiuti al giorno dal prossimo 15 gennaio, quando la discarica di Colleferro chiuderà definitivamente i battenti? Virginia Raggi sta anche chiedendo copertura politica al Movimento 5 stelle se si arrivasse alla rottura definitiva con il governatore Nicola Zingaretti, una grana non da poco visto che il Partito Democratico è il principale e insostituibile socio di Governo.

Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, intanto, di fronte alla bufera che si profila all'orizzonte, decide di fare un passo di lato, negando ogni pressione su Roma Capitale per sbloccare l'impasse: "Il ministro dell'Ambiente continuerà a svolgere il proprio ruolo di
facilitatore, senza tuttavia entrare nel merito delle questioni di competenza regionale e comunale, e invita ciascuno a fare la
propria parte per il bene dei cittadini". Quel che è certo è che se nelle prossime ore non cambierà nulla la Regione Lazio si assumerà di prendere scelte difficili, e con tutta probabilità impopolari, per conto del Movimento 5 stelle e di Virginia Raggi. Il Partito Democratico potrà raccontare però a cittadini ed elettori di aver scongiurato una crisi dei rifiuti senza precedenti, mentre il Movimento 5 stelle dovrà spiegare perché in tre anni di governo non ha nemmeno cominciato a disegnare la chiusura del ciclo dei rifiuti di Roma pianificando la costruzione degli impianti necessari. Intanto Ama continua a non avere un bilancio approvato: e questa volta la colpa non può essere di "quelli di prima".

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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