Di sgombero in sgombero, continuano a nascere nuovi ghetti alla periferia di Roma. Insediamenti informali in edifici abbandonati, soprattutto nell'area tra Tor Cervara e il Raccordo, dove trovano rifugio centinaia di persone senza fissa dimora, per lo più migranti e richiedenti asilo regolarmente presenti in Italia. Dopo lo sgombero dell'ex Fabbrica di Penicillina e lo sgombero del campo supportato dai volontari di Baobab Experience a Stazione Tiburtina, dove al picco delle presenze è stimato che avessero trovato un giaciglio circa cinquecento persone, molti degli occupanti avevano trovato un rifugio in un complesso abbandonato tra via Raffaele Costi e via Cesare Tallone. Un esito questo ampiamente previsto da chi sottolineava nei giorni che hanno preparato l'intervento all'ex Penicillina e in quelli successivi, la necessità Le forze dell'ordine sono intervenute questa mattina e circa quaranta persone sono state fermate e trasferite negli uffici della Questura di Roma per essere identificate, mentre l'area sta venendo messa in sicurezza. Lo sgombero è arrivato dopo la denuncia da parte della proprietà dell'area.
L'associazione di legali AlterEgo – Fabbrica dei Diritti, che da anni monitora e lavora nei centri informali della capitale, denuncia in una nota il perverso meccanismo che porta uomini e donne a passare da un edificio che viene sgomberato all'altro, senza mai trovare un soluzione alla propria condizione: "Il 10 dicembre, abbiamo visto una delle operazioni di polizia più costose della storia, ben 277 mila euro , messo in campo per realizzare uno sgombero fittizio di 40 persone, le uniche rimaste nello stabile della Penicillina, essendo peraltro le più vulnerabili. Circa un altro centinaio sono state provvisoriamente accolte nei centri comunali. La restante parte, ossia le altre 400 persone che avevano lasciato l'immobile della Penicillina nei giorni precedenti allo sgombero non si sono dissolte nel nulla, non sono magicamente scomparse: sono state costrette a trovare rifugio in altri accampamenti informali per tentare di sopravvivere a questa persecuzione inumana ed indegna che tratta esseri umani come meri problemi di ordine pubblico".