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Arrestato Marcello De Vito

Corruzione a Roma, nell’intercettazione la prova contro Marcello De Vito: “Distribuiamoci i soldi”

Corruzione a Roma. In una conversazione intercettata Camillo Mezzacapo spiega perché bisogna fare presto, bisogna insistere fin quando la posizione politica di Marcello De Vito lo consentirà, frutto di “una congiuzione astrale” che non si ripresenterà, secondo l’avvocato, mai più: “Adesso hai un anno. Se adesso non facciamo niente per un anno, allora, voglio dire, mettiamoci il cappelletto da pesca. Io conosco un paio di fumetti, ci mettiamo là, ci mettiamo tranquilli con una sigarettella, un sigarozzo, con la canna, ci raccontiamole storie e ci facciamo un prepensionamento dignitoso”.
A cura di Enrico Tata
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Marcello De Vito e Virginia Raggi
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C'è una conversazione, che si è svolta poco più di un mese fa, lo scorso 4 febbraio, che per gli inquirenti rappresenta un vero e proprio ‘manifesto programmatico' del presunto sodalizio messo in piedi da Marcello De Vito. L'ex presidente del Consiglio Comunale ed ex esponente di punta del Movimento 5 Stelle romano discute, con l'avvocato Camillo Mezzacapo, di strategie per realizzare i loro interessi e realizzare profitti grazie alla carica ricoperta da De Vito. L'inchiesta sullo Stadio della Roma, venuta alla luce mesi fa, evidentemente non ha fatto desistere i due sodali. Mezzacapo cerca convince De Vito a insistere perché la "congiuntura astrale" in essere non si verificherà mai più. Si riferisce al fatto che i 5 Stelle siano contemporaneamente al governo di Roma e del Paese. "Io credo che noi invecchieremo, spero fra molti anni, e ne parleremo davanti a un piatto, ma non credo che la congiunzione astrale per cui oggi stai al governo di Roma da solo e stai al governo del Paese con la quota di maggioranza", sostiene Mezzacapo. "Naturalmente questa congiunzione astrale è tipo l'allineamento della cometa di Halley. Hai capito? Secondo me è difficile che si verifichi di nuovo", continua, e poi propone: "E allora noi Marcè dobbiamo sfruttarla sta cosa, ci rimangono due anni". Per gli inquirenti è la prova della corruzione di De Vito, la cui funzione pubblica viene "mercificata e messa al servizio del privato al fine di realizzare il proprio arricchimento personale, che è l'obiettivo al quale appaiono finalizzate tutte le condotte degli indagati".

Secondo quanto si legge nell'ordinanza del gip, il comportamento di De Vito appare costantemente strumentale alla realizzazione di tale arricchimento e questa è la filosofia che dirige l'azione dell'ex presidente del consiglio comunale in tutte le sue azioni. E' proprio per ricavare soldi che De Vito avrebbe costruito un rapporto corruttivo e avrebbe agevolato il costruttore Luca Parnasi, "alla ricerca di entrature all interno della pubblica amministrazione atte ad agevolarlo nell'ottenere i provvedimenti a lui favorevoli". In questo senso De Vito "appare pronto a fronte di qualsivoglia richiesta a offrire la propria totale disponibilità". Secondo i magistrati vi è "una totale mercificazione della funzione pubblica che viene in maniera disinvolta e spregiudicata attraverso un attività di vera e propria promozione commerciale collocata sul mercato così da realizzare per il pubblico ufficiale ed il suo agente il massimo del profitto e consentirgli di affrontare i tempi che seguiranno la eccezionale congiuntura favorevole".

"Mettiamoci il cappelletto da pesca e ci facciamo un prepensionamento dignitoso"

In un'altra conversazione, Mezzacapo riporta il colloquio con De Vito e ribadisce i loro obiettivi: "Qui noi abbiamo proprio un anno buono. Gli ho detto: ‘Guarda che adesso c'è una congiunzione astrale come quando passa la cometa di Halley, cioè che voi state al governo qua di Roma e anche al governo nazionale in maggioranza rispetto alla Lega. Adesso hai un anno. Se adesso non facciamo niente per un anno, allora, voglio dire, mettiamoci il cappelletto da pesca. Io conosco un paio di fumetti, ci mettiamo là, ci mettiamo tranquilli con una sigarettella, un sigarozzo, con la canna, ci raccontiamole storie e ci facciamo un prepensionamento dignitoso". Sempre nella conversazione del 4 febbraio De Vito e Mezzacapo discutono di come distribuire i profitti e il secondo consiglia il primo di aspettare che finisca il mandato prima di fare movimenti. "Va beh, ma distribuiamoceli questi", propone De Vito. E Mezzacapo risponde: "Ma adesso non mi far toccare niente, lasciali lì. A fine mandato, quando tu finisci il mandato".

Per Mezzacapo bisogna approfittare della situazione anche perché, sostiene, "non credo che alle prossime elezioni il Movimento rivada al governo della città, te lo dico proprio". Tra l'altro, per i due, anche il governo nazionale è in bilico: Per Mezzacapo si voterà "ai primi mesi del 2020". Per De Vito si voterà dopo le nomine di Eni ed Enel, "maggio o giugno 2020".  Per questo, bisogna fare in fretta e massimizzare i profitti finché si è in tempo, finché la "congiunzione astrale" e la carica di De Vito lo consentono. Ciò che colpisce, scrive il gip, "è la totale indifferenza e noncuranza nei confronti del bene pubblico, che si traduce nel concreto atteggiarsi delle loro condotte in un ancor più grave e profondo disprezzo per la funzione pubblica svolta. Nessun ostacolo né alcun limite essi frappongono alla realizzazione del proprio vantaggio e l'interesse della collettività mai viene neppure considerato prima di essere sacrificato".

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