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Covid 19

Coronavirus Roma, lunedì il rimpatrio degli italiani da Wuhan: saranno messi in quarantena

Saranno rimpatriati lunedì i cittadini italiani che vogliono lasciare la Cina a causa dell’emergenza coronavirus. Si tratta di settanta persone provenienti da Wuhan, epicentro dell’epidemia: atterreranno il 3 febbraio all’aeroporto di Pratica di Mare e saranno messe subito in quarantena in un ospedale militare.
A cura di Natascia Grbic
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(La Presse)
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Saranno rimpatriati lunedì i cittadini italiani che hanno fatto richiesta di rientrare dalla Cina. Settanta persone atterreranno il 3 febbraio a bordo di un aereo militare a Pratica di Mare, nel territorio di Pomezia. Il volo proviene da Wuhan, centro dell'epidemia del coronavirus. I passeggeri saranno tutti messi in quarantena in una struttura militare controllata dallo Spallanzani, mentre gli altri che hanno scelto di restare nella Repubblica popolare cinese saranno supportati dall'Ambasciata italiana. Lo ha annunciato ieri il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, spiegando che saranno messe in campo tutte le misure di sicurezza necessarie per verificare se le persone in arrivo siano contagiate dal coronavirus. "Ci hanno detto che rimarremo a Cecchignola almeno quindici giorni", ha dichiarato uno degli italiani che torneranno lunedì da Wuhan. Tutti i casi sospetti e i due accertati sono trattati dall'ospedale Spallanzani: attualmente sono 32 le persone ricoverate e tenute sotto osservazione, mentre i due turisti affetti da coronavirus sarebbero in condizioni cliniche ‘discrete'.

I medici: "Rischio epidemia basso, no a discriminazione"

"La dimensione dell'epidemia non è valutata su scala nazionale – hanno dichiarato i medici dell'Istituto Spallanzani, precisando che "il rischio di contagio va da basso a molto basso". Insomma, nessuno sottovaluta la situazione con due casi di coronavirus a Roma, ma non bisogna nemmeno farsi prendere dalla psicosi. "Le precauzioni da prendere sono le stesse dell'influenza – hanno spiegato i medici – Bisogna lavare le mani e coprire naso e bocca con il gomito quando si starnutisce. E per favore evitiamo la discriminazione: non tutti i cittadini cinesi sono stati esposti a chi arriva da quella zona".

Coronavirus, negozi e ristoranti cinesi vuoti

I ristoranti e i negozi cinesi sono vuoti. I commercianti, che magari non sono nemmeno andati in Cina negli ultimi mesi o anni, stanno subendo danni ingenti. E aumentano le chiamate al 118, con persone che lamentano febbre e hanno paura di aver contratto il coronavirus. Finora ci sono stati diversi falsi allarmi, mentre i casi accertati rimangono due. E proprio ieri i due turisti cinesi contagiati, hanno voluto ringraziare le autorità italiane, specificando di non aver visitato Roma, perché sono rimasti chiusi nel proprio albergo a causa della febbre.

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