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Covid 19

Contagiata da Covid lavoratrice Amazon: allarme allo stabilimento di Passo Corese

Una lavoratrice di Amazon dipendente dello stabilimento di Passo Corese è risultata positiva al coronavirus. La donna avrebbe lavorato fino al 22 marzo. “La scorsa settimana Amazon ci aveva comunicato che sarebbero stati lavorati solo beni di prima necessità – denunciano i sindacati – Ma i lavoratori ci hanno detto che impacchettano ancora oggetti non essenziali”.
A cura di Natascia Grbic
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Una lavoratrice di Amazon è risultata positiva al coronavirus. La donna lavora nello stabilimento di Passo Corese, a quanto si apprende avrebbe lavorato fino al 22 marzo. L'azienda ha mandato questa notte una mail interna ai dipendenti, informando che nelle prossime ore chiunque abbia avuto contatti ravvicinati con la lavoratrice sarà avvisato. Chi dovrà affrontare l'isolamento, informa Amazon, "sarà posto in permesso retribuito". Solo la scorsa settimana i lavoratori di Amazon hanno incrociato le braccia e interrotto la produzione per chiedere all'azienda maggiori condizioni di sicurezza e lo stop alla lavorazione delle merci non essenziali.

Lavoratrice Amazon positiva al coronavirus, contattati colleghi

La lavoratrice contagiata sarebbe residente a Nerola, diventata zona rossa dopo il boom di contagi nella casa di riposo "Maria Immacolata". L'azienda questa notte ha recintato il reparto dove operava la donna per sanificarlo, e adesso sta contattando i lavoratori che sono stati in contatto con lei. A quanto si apprende, la notizia sarebbe stata diffusa prima in alcune chat WhatsApp interne ai dipendenti, generando panico tra i lavoratori di Amazon. Sarebbero molte le persone che sarebbero entrate in contatto con lei prima del 22 marzo.

I sindacati: "Lavoratori continuano a impacchettare beni non necessari"

"Chiediamo l'interruzione immediata della lavorazione delle merci non essenziali – dichiara Massimo Pedretti, capo dipartimento regionale della Filt Cgil categoria trasporti logistica – La scorsa settimana Amazon ci aveva comunicato che sarebbero stati lavorati solo beni di prima necessità in base a una lista stilata dall'azienda, ma i lavoratori ci hanno detto ben altro: ossia che continuano a impacchettare beni non assolutamente necessari in questo momento come cappottini per animali e oggettistica varia. La mole di lavoro non è cambiata, e anche se Amazon ha provveduto a sistemare le aree come da protocollo, è chiaro che in un posto dove transitano 2500 persone al giorno è una situazione a rischio". "Ci auguriamo che il lavoratore guarisca presto – conclude Pedretti – Va fermata la produzione di merci non essenziali, soprattutto da parte di multinazionali che in questo momento governano tutta la filiera della logistica".

Amazon: "Vicini a collega in quarantena"

In una nota, Amazon dichiara che il centro di distribuzione di Passo Corese è ‘operativo'. "Siamo vicini alla collega in quarantena a cui auguriamo una pronta guarigione". E aggiunge: "La salute dei nostri dipendenti rappresenta la nostra priorità ed è estremamente importante che rimanga a casa chiunque non si senta bene o viva insieme a persone che hanno avuto la febbre nelle ultime 24 ore. Per supportare al meglio le nostre persone durante questo periodo abbiamo aumentato la nostra disponibilità in termini di permessi retribuiti e stiamo permettendo alle persone di usufruire delle ferie in base alle necessità". Per quanto riguarda i prodotti ad alta priorità, Amazon sostiene che l'azienda ha smesso temporaneamente di accettare ordini ‘alcuni prodotti non prioritari su Amazon.it". "Questa decisione consente ai nostri dipendenti dei centri di distribuzione di focalizzarsi sulla ricezione e spedizione dei prodotti di cui i clienti hanno più bisogno in questo momento. I clienti possono ancora ordinare molti di questi prodotti dai partner di vendita che effettuano direttamente le spedizioni. Comprendiamo che questo è un cambiamento per i nostri partner di vendita che utilizzano la Logistica di Amazon e apprezziamo la loro comprensione in questo momento in cui diamo priorità ai prodotti di cui i clienti hanno più bisogno".

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