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Covid 19

Ad Amazon incrociano le braccia: “Azienda regala mascherine ma non ai lavoratori”

Se c’è qualcuno che nella crisi generata dall’emergenza coronavirus continua a lavorare, è Amazon. Secondo quanto riportato dai sindacati, il fatturato dell’azienda sarebbe raddoppiato rispetto al periodo di Natale, con un conseguente sovraccarico di lavoro per i dipendenti. “Sono in 2mila a lavorare senza mascherine – denuncia la Filt Cgil – Chiunque si senta in pericolo può astenersi dal lavoro”.
A cura di Natascia Grbic
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Se c'è qualcuno che durante l'emergenza coronavirus non si è mai fermato, sono i lavoratori di Amazon. Sono loro che tutti i giorni preparano la spesa da mandare a chi sta a casa, e sono loro che assemblano i pacchi di beni (non sempre di prima necessità) da inviare nelle nostre abitazioni. Sono circa 2mila le persone che lavorano nel polo Amazon di Passo Corese. E molti di loro hanno deciso di astenersi dal lavoro. Secondo quanto denunciato dai sindacati, lavorerebbero tutti accalcati e senza mascherine. "Ci sono arrivate diverse segnalazioni di lavoratori preoccupati dal fatto che Amazon non ha predisposto nessuna misura sul tema della sicurezza, non c'è stato nessun adempimento alle disposizioni del decreto Conte – spiega a Fanpage.it Massimo Pedretti, capo dipartimento regionale della Filt Cgil categoria trasporti logistica – Nel polo di Passo Corese lavorano 2mila persone senza mascherine, in certe aree i dipendenti stanno appiccicati, in altri reparti ci sono diversi incroci tra i lavoratori ed è inevitabile che si creino assembramenti".

Non solo i lavoratori della logistica, anche i fattorini sono molto preoccupati per la loro salute. "I corrieri entrano in contatto anche con 100 persone al giorno. Amazon sta fatturando il doppio rispetto al periodo di Natale, e sabato scorso ha inviato loro una convocazione perentoria per lavorare anche la domenica vista l'eccezionalità delle domande – spiega Massimo – I fattorini sono già sovraccaricati di pacchi, escono con 100 consegne e devono incontrare moltissime persone, entrandoci inevitabilmente a contatto ed esponendosi a un eventuale contagio. Quando gli è stato detto che avrebbero dovuto lavorare anche la domenica, abbiamo indetto uno sciopero lampo e Amazon ha fatto un passo indietro".

Nel polo di Passo Corese i lavoratori hanno deciso di volersi fermare, e dopo i casi di agitazione a Piacenza e Torino hanno firmato un documento di astensione dal lavoro. Ieri in massa, oggi su base volontaria. "Dopo le proteste dei lavoratori, sembra che Amazon si sia mossa e da stanotte pare abbia iniziato a lavorare per distanziare le postazioni ed evitare assembramenti – continua Pedretti – Continueremo ovviamente a vigilare affinché questa cosa avvenga sul serio, anche perché ci sono dei settori in cui è difficile evitare la calca. Chi sente che la propria salute è in pericolo è libero di astenersi dal lavoro appellandosi all'art.44 del decreto 81/2008".

Secondo quanto riportato dai sindacati, nella notte Amazon dovrebbe aver iniziato a sistemare le postazioni in modo da rispettare le misure di sicurezza imposte dal Governo. "Ai lavoratori mancano ancora le mascherine – conclude Pedretti – Amazon ha dichiarato che le darà ai medici degli ospedali, e che non rimangono quindi per i dipendenti. Ci sembra un'iniziativa nobile, ma vogliamo che siano consegnate anche al personale dell'azienda".

AGGIORNAMENTO. In una nota diramata poco fa, Filt Cgil Roma e Lazio e Nidil Rieti Roma Est Valle dell’Aniene hanno comunicato che dopo le proteste dei lavoratori, Amazon ha ‘modificato l'organizzazione del lavoro'. In particolare, secondo quanto riporta il comunicato, l'azienda ha "scaglionato le pause ogni quarto d’ora per ridurre l’afflusso di persone nelle aree comuni e chiuso il bar esterno, troppo piccolo per poter rispettare le disposizioni in materia di sicurezza. Sono stati riorganizzati i turni di lavoro per ridurre il personale presente contemporaneamente nel magazzino e, nel reparto AFE, le postazioni sono state distanziate fino a 3,5 metri, sono stati definiti percorsi per far defluire il personale a fine turno e anche nella mensa. Tutti questi accorgimenti consentono ai lavoratori di rispettare la distanza di sicurezza di un metro sia durante l’attività lavorativa che nell’uso degli spazi comuni. Un riorganizzazione che rappresenta un grande risultato frutto della mobilitazione dei lavoratori, della Filt e di Nidil Cgil. Apprezziamo anche la scelta dell’azienda di privilegiare fino al 5 aprile la spedizione di prodotti essenziali. Continueremo a vigilare sul rispetto delle misure previste dal DPCM e, anche a tal fine, ribadiamo la richiesta che venga costituito il comitato di cui all’articolo 13 del Protocollo firmato da Governo e parti sociali lo scorso 14 marzo per la verifica. Infine, ricordiamo ad Amazon e alle agenzie Adecco e GiGroup che i lavoratori con reddito inferiore a 40 mila euro, che hanno operato in sede a marzo, hanno diritto ad un premio di 100€, da rapportare al numero di giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro, come previsto dall’articolo 63 del Decreto 18 del 17 marzo 2020″.

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