La Mercedes che ha travolto e ucciso lo chef Alessandro Narducci viaggiava contromano
Emergono novità importanti dall'inchiesta per omicidio stradale, sull'incidente in cui ha perso la vita il giovane chef Alessandro Narducci, che viaggiava in sella al suo scooter con l'amica e collega Giulia Puleio, anche lei deceduta nell'incidente. Secondo un nuovo testimone oculare, un ciclista che ha assistito all'incidente e già ascoltato dagli inquirenti, la Mercedes Classe A alla guida della quale si trovava un 30enne, viaggiava contromano sul lungotevere della Vittoria.
La circostanza era già emersa nella testimonianza resa da un anziano passante, che aveva parlato di un'invasione di carreggiata da parte della vettura. Ma il nuovo testimone ha parlato di un'auto contromano e avrebbe soprattutto avuto una visuale migliore su quanto accaduto nella tragica notte dello scorso 22 giugno: viaggiando nel senso di marcia vietato la Classe A avrebbe colpito in pieno lo scooter di Narducci, non lasciandogli possibilità di evitare l'impatto. Il ciclista su questo non avrebbe dubbi.
Il 30enne iscritto al registro degli indagati, non avrebbe fornito al momento elementi utili per stabilire cosa è accaduto: trasportato al Policlinico Gemelli in stato di choc dopo il sinistro, è stato sottoposto agli esami del sangue per l'alcol test solo alcune ore dopo lo schianto. Un lasso di tempo che potrebbe aver reso l'esame inaffidabile. L'uomo ha ammesso di aver bevuto del vino a casa di amici, ma non di essere ubriaco. Solo l'esame tossicologico ora potrà fornire elementi in più.
Rimane poi da chiarire – secondo quanto riportato da il Messaggero – se Alessandro Narducci e Giulia Puleio indossassero i caschi in modo corretto, o se questi invece fossero slacciati. I caschi sono stati infatti ritrovati a diversi metri dal punto presunto dell'impatto, circostanza che farebbe pensare che non fossero indossati in modo corretto.