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Centocelle, incendio Baraka Bistrot, il proprietario: “Stessa sorte Pecora Elettrica, chi sa parli”

“Non andrò in giro a chiedere alle persone se hanno visto qualcosa, ma chi sa si mettesse una mano sulla coscienza e parlasse”. Lo ha detto il proprietario del Baraka Bistrot, il locale a due passi dalla Pecora Elettrica incendiato questa notte a Centocelle. Si tratta dell’ennesimo rogo appiccato nella zona.
A cura di Natascia Grbic
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"Ho chiuso il locale verso le 2.45 e sono tornato a casa. Alle 4.20 mi ha chiamato il sistema di allarme perché si sentivano dei rumori. Cinque minuti dopo mi ha richiamato, c'era del fumo. Lì ho subito collegato, dopo quello che è successo alla Pecora Elettrica ho capito cosa stava accadendo". A parlare è Marco Nacchia, il proprietario del Baraka Bistrot, il locale incendiato stanotte. L'ultimo post su Facebook era quello in solidarietà con La Pecora Elettrica. Il bar dista solamente un minuto a piedi dalla caffetteria: le indagini ovviamente si concentrano anche su questo elemento e nulla è lasciato al caso. "Siamo di fronte all'ennesimo attacco alla libertà. Questa storia sta diventando raccapricciante, siamo vicini a un parco dove giocano dei bambini e sappiamo che c'è anche lo spaccio. Dobbiamo assolutamente intervenire". A dirlo è il presidente del V municipio, Giovanni Boccuzzi. "I carabinieri hanno sentito i proprietari del bar aperto 24 ore su 24, le indagini sono in corso già da stanotte. Non capiamo per quale motivo stia avvenendo tutto questo".

Incendio a Centocelle: "Mai avuto minacce, chi sa parli"

"Non ho mai avuto minacce, siamo persone normalissime – continua il proprietario del Baraka Bistrot – Non so nemmeno con chi prendermela. Non andrò in giro a chiedere alle persone se hanno visto qualcosa, ma chi sa si mettesse una mano sulla coscienza e parlasse". L'incendio che ha devastato il Baraka Bistrot è stato, come per La Pecora Elettrica, di origine dolosa. Non si sa ancora se i due episodi siano collegati tra loro, ma è impossibile non mettere in relazione i due fatti, avvenuti nella stessa zona a distanza di due giorni l'uno dall'altro. Per ora i responsabili non hanno ancora un volto e un nome: i carabinieri stanno visionando le telecamere di sorveglianza presenti nella zona per risalire ai responsabili.

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