Caso Vannini, Alessandro Di Battista chiama la madre di Marco: “Annullare il processo”
Ieri sarebbe stato il compleanno di Marco Vannini, il ragazzo ucciso nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015 nella casa dell'ex fidanzata. Per l'omicidio è stato condannato Antonio Ciontoli, il padre della ragazza: una condanna a cinque anni per omicidio colposo. Una sentenza che ha fatto discutere e indignare molte persone, anche nel mondo della politica. E, nel giorno del compleanno di Marco Vannini, anche Alessandro Di Battista ha preso la parola sulla vicenda con un lungo post su Facebook.
"Da Parlamentare non mi sono mai permesso di commentare una sentenza. Ho sempre creduto fosse sbagliato invadere quel campo. Ma ora non sono più deputato".
Alessandro Di Battista ha detto di aver chiamato Marina Vannini, la madre di Marco, un paio di mesi fa, dopo aver visto il video della lettura della sentenza di Appello e aver sentito il giudice dire "Se volete farvi una passeggiata a Perugia ditelo".
"Se volete farvi una passeggiata a Perugia ditelo. ha detto il giudice alla famiglia di Marco, soprattutto alla mamma che gridava «aveva 20 anni, aveva 20 anni, vergogna». Chi commette un reato nei confronti di un giudice di Roma (oltraggio alla Corte, interruzione della lettura della sentenza, etc, etc) viene infatti giudicato dal collegio di Perugia. Quel giudice, che comunque aveva tutti gli strumenti per ristabilire l'ordine nell'aula, ha pensato bene di dire questa frase vergognosa ad una mamma che si è pure contenuta di fronte ad una sentenza del genere".
Sono state molte le polemiche dopo la sentenza sull'omicidio di Marco Vannini. Le modalità dell'uccisione, infatti, e i racconti spesso discordanti della famiglia Ciontoli, hanno sconvolto l'opinione pubblica. Marco aveva 20 anni ed è morto per un colpo di pistola esploso da Antonio Ciontoli all'interno della sua abitazione. I soccorsi sono stati chiamati circa 20 minuti dopo lo sparo, ma nessuno ha menzionato che Marco avesse un proiettile in corpo. Tanto che poi, nella telefonata al 118, è stato detto "Vi richiamiamo dopo noi". La seconda chiamata è stata fatta dopo 25 minuti, l'ambulanza è arrivata dopo un'ora. Anche lì, non si sapeva che Marco Vannini era stato vittima di un colpo d'arma da fuoco. I soccorsi se ne renderanno conto troppo tardi: il ragazzo morirà sull'elisoccorso che lo stava trasportando all'ospedale Gemelli. Probabilmente, se fosse stato portato subito in ospedale, si sarebbe potuto salvare.
Marina e Valerio, il papà di Marco, mi hanno appena raccontato tutta la storia con particolari che non conoscevo. Negli ultimi due mesi mi sono informato, ho letto articoli, resoconti, ho visto alcuni servizi (anche quello di ieri sera delle Iene), ma non sapevo tante cose. Quel che è accaduto realmente quella notte è ancora un mistero. Perché? Anche questo è un mistero. C'è chi sostiene che Ciontoli, ex-impiegato del RUD (Raggruppamento Unità Difesa dei Servizi Segreti) avesse qualche santo in paradiso. Io non ne ho idea ma i racconti di Marina e Valerio sono davvero sconvolgenti così come le dinamiche di quell'omicidio e dei soccorsi mancati.
Il papà e la mamma di Marco Vannini hanno detto che faranno ricorso in Cassazione contro la sentenza pronunciata dalla Corte D'Appello.
Spero con tutto il cuore che la Cassazione possa cancellare il processo di Appello perché quel che è avvenuto quella notte è una vergogna inaudita. Oggi Marco avrebbe 24 anni. Il modo migliore per fargli gli auguri è non dimenticare, è informarsi, è non mollare, proprio come fanno Marina e Valerio, i suoi genitori, due esempi di cittadini che combattono a testa alta per la verità.