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Omicidio Marco Vannini

Omicidio Marco Vannini, i genitori: “Ciontoli raccontano favole, ma dentro hanno i demoni”

I genitori di Marco Vannini hanno commentato le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa dagli avvocati della famiglia Ciontoli. “Sono demoni, hanno l’inferno dentro. Non è stato il colpo di postola a uccidere Marco, ma la loro condotta successiva. Raccontano favole, ma noi non ci facciamo prendere in giro”.
A cura di Natascia Grbic
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Nei giorni scorsi hanno fatto molto discutere le parole che i legali della famiglia Ciontoli – Pietro Messina e Andrea Miroli – hanno usato durante la conferenza stampa chiamata per giustificare la sentenza sull'omicidio di Marco Vannini. "Non ha perso sangue, ne perdo più io quando mi faccio la barba" e "Non si può crocifiggere una persona per un errore", sono due delle frasi che hanno fatto infuriare i genitori di Marco Vannini, Valerio e Marina. Intervistati da Fanpage.it subito dopo le dichiarazioni degli avvocati della famiglia Ciontoli, hanno avuto parole molto dure nei confronti di chi gli ha ucciso il figlio. "Con tutto il rispetto per il loro mestiere, non mi devono prendere in giro – ha detto Marina, la madre di Marco – Mi ha infastidito quando hanno detto che Marco non perdeva sangue, e che la ferita equivaleva al taglio della lametta quando ci si fa la barba. Non è così, perché stiamo parlando di una calibro 9, un'arma da fuoco che rompe pure le portiere di un'auto. E lo stesso Ciontoli ha detto che nell'immediatezza cercava di tamponare la ferita. E Viola Giorgini, la ragazza del figlio, ha detto che dopo hanno pulito il sangue con uno straccio".

"Morte di Marco non colpa dello sparo, ma del loro comportamento"

Secondo i genitori di Marco, la famiglia Ciontoli avrebbe agito con estrema freddezza e lucidità. Tanto da non curarsi del ragazzo appena ucciso, ma solo dei risvolti che la vicenda avrebbe avuto sulle loro vite. "La madre di Martina si preoccupava solo del posto del lavoro del marito, continuava a dire che l'avrebbe perso. Mica si preoccupava che aveva appena sparato a mio figlio. Ma che madre è, che cuore ha questa donna, non si vergogna di essere chiamata madre?". Marina è convinta che ci siano state delle pecche nelle indagini e che non siano state eseguite con cura da parte degli inquirenti. "Sono demoni, hanno l'inferno dentro", ha detto Valerio, il padre di Marco."Hanno detto che non si può crocifiggere una persona per un ‘errore'. A parte che non crocifiggi nessuno perché non è che lo mettono veramente in croce, però dato che ha fatto una cosa così grave, va punito per una cosa così grave. Anzi, vanno puniti, tutti quanti". Marina e Valerio, hanno una convinzione comune. Non è stato il colpo di pistola a uccidere Marco, ma la condotta dei Ciontoli. "Marco è morto quattro ore dopo lo sparo. È stata la loro volontà a causarne la morte. Invece di chiamare noi o i soccorsi, si sono messi a ripulire la scena del crimine. E agli infermieri non hanno voluto dire cosa gli era successo".

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