Caso Luca Varani, l’autopsia: “Sgozzato per non farlo urlare e poi torturato ancora”
Si è svolta questa mattina l'autopsia sul corpo di Luca Varani, il giovane di 23 anni seviziato e ucciso dai reoconfessi Marco Prato e Manuel Foffo. Secondo quanto riscontrato dalla perizia del medico legale a Luca è stata tagliata la gola. Per gli inquirenti Luca sarebbe stato sgozzato dai suoi aguzzini per non far sentire le urla mentre lo torturavano. Una decisione razionale quindi, per far in modo di non essere scoperti mentre infliggevano un ulteriore supplizio alla loro vittima.
Il colpo di grazia a Luca Varani, quello che tecnicamente ne ha provocato la morte, è una profonda coltellata infertagli in pieno petto. Ad estrarre la lama conficcata nel cuore il medico legale, da giovedì notte era rimasta conficcata nel corpo del ragazzo. Domani, mercoledì 9 marzo, Prato e Foffo saranno ascoltati per l'interrogatorio di garanzia.
Foffo: "Già in passato ho avuto intenzione di far del male"
Manuel Foffo ha confessato agli inquirenti come, in passato, già avrebbe avuto l'impulso di fare del male ad altri. Questo almeno avrebbe confessato di fronte al pm Francesco Scavo. Avevo avuto un momento in cui avevo l'intenzione di far del male a qualcuno. Non so come questa idea maturava tra me e me. Anche se ho avuto il pensiero in passato, è rimasto tale e non ho mai pensato che potesse concretizzarsi". Foffo, il cui avvocato riferisce essere profondamente pentito, ha spiegato come con Marco Prato fossero usciti di casa prima di vedere Luca Varani, proprio in cerca di una vittima: "Quando eravamo in macchina non abbiamo portato a termine la nostra intenzione di fare male a una persona perché non abbiamo trovato nessuno. Forse lo avremmo fatto se avessimo trovato quella persona".
Altre due persone nella casa dell'orrore
Nella casa dove Foffo e Prato hanno consumato ininterrottamente per due giorni di seguito cocaina e alcol, prima di Luca Varani sarebbero passati altri due giovani, di cui ancora non si conoscono le identità, ne se siano stati raggiunti dagli inquirenti. "Io e Marco -ha spiegato agli inquirenti – abbiamo deciso di trascorrere del tempo insieme, da mercoledì scorso, nel mio appartamento, ma non siamo stati sempre soli". "Ricordo ad esempio che è venuto anche un mio amico di nome Alex, che avevo conosciuto mesi fa in una pizzeria sulla Tiburtina. – ha aggiunto – Quando è venuto a casa eravamo sotto l'effetto di cocaina ma mantenevamo la lucidità. Invece quando è venuto Luca, sia io che Marco eravamo provati dall'uso prolungato di cocaina e quindi non più lucidi".
Luca Varani, ucciso senza un perché
Non trovano pace gli amici, la famiglia e Marta, la ragazza di Luca. Vogliono capire cosa sia successo in quella maledetta notte tra giovedì e venerdì scorso, quando il giovane studente ha raggiunto Marco Prato e Manuel Foffo nell'appartamento di quest'ultimo. Imballati di cocaina, ne avrebbero acquistata dieci grammi, e alcol, i due lo torturano e uccidono. Non un raptus ma un omicidio premeditato: secondo quanto confessato da Manuel Foffo, costituitosi sabato 5 marzo, quando chiamano Luca avevano già deciso di ucciderlo. "Volevamo sapere cosa si prova a uccidere", due figli della Roma bene che si trasformano in due assassini e torturatori. Senza un apparente motivo.
Comincia ad emergere il legame che univa Foffo e Prato, secondo quanto raccontato dal primo: "Ho conosciuto Marc Prato a Capodanno, lui è gay, io sono eterosessuale. Abbiamo avuto un rapporto e lui aveva un video così ho temuto che potesse ricattarmi e ho continuato a vederlo”, continua Foffo, che aggiunge: “Marco mi ha detto che si prostituiva, fra noi c’è stato quasi un tacito accordo. Mentre noi siamo rimasti vestiti, Luca si è denudato e poi ha bevuto quanto gli avevamo offerto. Poi è andato in bagno e si è sentito male. Marco lo ha aggredito e gli ha detto che sia io sia lui avevamo scelto che doveva morire".