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Casal Bruciato, l’uomo che ha urlato “Ti stupro” alla mamma rom è di CasaPound

L’uomo che ieri ha urlato “Ti stupro” alla mamma rom di Casal Bruciato non è un “cittadino esasperato”, come invece detto da CasaPound. Alcune foto pubblicate su Facebook lo mostrano con la giacca della Salamandra, il nucleo di protezione civile dell’organizzazione di estrema destra, accanto a Giuseppe Di Silvestre, il responsabile di CPI nel V municipio.
A cura di Natascia Grbic
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Ieri a Casal Bruciato un ragazzo ha urlato alla mamma rom stretta alle sue bambine "Puttana, fai schifo, troia, ti stupro". La minaccia di violenza sessuale è stata ripresa da tutti i principali quotidiani e le sue parole hanno indignato l'opinione pubblica. CasaPound, che ha guidato la rivolta contro la famiglia legittima assegnataria della casa popolare, ha cercato di prendere le distanze da quanto detto, bollando questa frase come lo sfogo di un "manifestante" qualsiasi e giustificandola con un "presunto clima di esasperazione" che starebbero vivendo gli abitanti del quartiere. In realtà CasaPound conosce bene la persona in questione, attiva in diverse attività dell'organizzazione. In alcune foto pubblicate sul gruppo facebook di CasaPound V Municipio si vede ad esempio l'uomo che ha urlato "Ti stupro" con il giubbotto della Salamandra, il nucleo di protezione civile di CasaPound Italia, accanto a Giuseppe Di Silvestre, il responsabile del partito di estrema destra del V municipio, mentre distribuisce generi alimentari alle sole famiglie italiane in un supermercato di zona. Quello che è certo, quindi, è che non si tratta di un semplice cittadino arrabbiato, ma di un militante di CasaPound.

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Casal Bruciato, le proteste di residenti ed estrema destra contro famiglia rom

Ieri la protesta contro la famiglia rom assegnataria della casa popolare a Casal Bruciato ha assunto toni accesi e molto violenti. Dalla mattina CasaPound ha montato un banchetto sotto l'abitazione, aizzando la protesta e fomentando i pochi residenti accorsi sotto lo stabile. "Non li facciamo più entrare, li vogliamo vedere impiccati, bruciati": queste le frasi che si sono sentite per tutta la giornata. La situazione è degenerata quando la mamma insieme alle sue due bambine è tornata a Casal Bruciato per rientrare nella sua casa: protetta da un cordone di forze dell'ordine in assetto antisommossa, è stata scortata fino all'ingresso del palazzo tra le grida e gli spintoni delle persone. Ed è stato a quel punto che l'uomo ha iniziato a minacciarla di stupro. CasaPound ha cercato di smarcarsi in qualche modo dalle sue parole, dando mostra di non conoscerlo: "Le frasi pronunciate a quanto pare da qualche residente sono sbagliate e da condannare, ma figlie dell'esasperazione", ha dichiarato Mauro Antonini, responsabile del Lazio di CasaPound. Ma a quanto pare la realtà è ben diversa. Oggi è stata convocata per le 16 una manifestazione di solidarietà alla famiglia rom minacciata. Anche ieri decine di persone sono accorse a Casal Bruciato intonando cori contro CasaPound: a separare i due presidi, le forze dell'ordine in assetto antisommossa.

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La presidente del V municipio in visita alla famiglia a Casal Bruciato

Sono tre giorni che la famiglia rom ha paura di uscire di casa. Insultata e minacciata di morte, teme per la sua incolumità. La presidente del V municipio, Roberta Della Casa, è andata insieme all'assessora alla Casa Rosalba Castiglione a visitare la famiglia, portando con sé un vassoio di pastarelle. E i dolci hanno attirato le ire di Mauro Antonini, che ha iniziato a urlare dal megafono "Ora le istituzioni italiane portano le pastarelle ai nomadi". La scorsa notte una ragazza che vive nella casa ha accusato un malore a causa delle minacce subite. Altri due figli della coppia rom sono andati via nella notte e sono tornati al campo nomadi de La Barbuta. Quelli che sono rimasti, temono per la loro incolumità: il bambino più piccolo ha solo due anni.

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