Carabiniere ucciso, la famiglia di Elder: “Scioccati, ma rispettate la nostra privacy”
La famiglia di Finnegan Lee Elder, uno dei due ragazzi statunitensi fermati per l'omicidio del vice-brigadiere Mario Cerciello Rega, rompe il silenzio, e dagli Stati Uniti fa sapere di essere "scioccata e costernata" dagli avvenimenti che sono stati riferiti loro. I familiari del diciannovenne statunitense, hanno fatto sapere di avere avuto "pochissima informazione indipendente su questi eventi", ma che come famiglia intendono "esprimere le nostre più profonde condoglianze alla famiglia e alla comunità che amava il brigadiere Cerciello Rega". La famiglia di Elder, inoltre, intervista dalla rete televisiva Abc, ha spiegato anche di "non essere stati in grado di avere alcuna comunicazione con nostro figlio", e chiedono dunque di "rispettare la nostra privacy in questo tempo difficile. I nostri pensieri sono per tutti coloro che sono stati toccati da questa tragedia", hanno concluso quindi i familiari del giovane.
Intanto, è polemica per una foto pubblicata prima dal quotidiano la Stampa e poi giunta in altre redazioni, che mostra uno dei due 19enni statunitensi fermati per l'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, seduto in caserma mentre è ammanettato, con le braccia dietro la schiena, e con una benda grigia sugli occhi. L'immagine, catturata con il cellulare da uno dei militari presenti, ha fatto rapidamente il giro del web, ed ha suscitato forte indignazione dai più. Oggi, sempre a Roma, si terrà la camera ardente per il vice-brigadiere napoletano ucciso la scorsa notte, mentre domani la salma farà rientro a Somma Vesuviana, città d'origine dell'uomo, dove si terranno i funerali.