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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Carabiniere ucciso, la famiglia di Elder: “Resoconto incompleto, vogliamo che la verità venga fuori”

“Auspichiamo che la verità venga fuori e che nostro figlio torni presto a casa”, così la famiglia di Finnegan Lee Elder, uno dei due ragazzi americani fermati per l’omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. A dichiararlo uno dei legali della famiglia in un comunicato nel quale viene sottolineato come i famigliari del giovane abbiano avuto “l’impressione che l’opinione pubblica abbia avuto un resoconto incompleto della verità degli eventi”
A cura di Chiara Ammendola
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Auspica che la verità sulla morte del vice brigadiere Mario Cerciello Rega e dunque sul ruolo di suo figlio venga fuori, la famiglia di Finnegan Lee Elder, uno dei due ragazzi americani fermati per l'omicidio del carabiniere avvenuto a Roma nella notte tra il 25 e il 26 luglio. Dichiarazioni giunte direttamente da San Francisco, in California, attraverso uno degli avvocati della famiglia, Craig Peters, che davanti la casa degli Elder ha letto il comunicato stampa inviato a seguito della visita del padre del giovane in Italia: "Abbiamo l'impressione che l'opinione pubblica abbia avuto un resoconto incompleto della verità degli eventi – ha spiegato Peters – per questo auspichiamo che la verità venga fuori e nostro figlio torni presto a casa".

Intanto solo ieri era stata diffusa la notizia secondo la quale le famiglie dei due giovani americani, Christian Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder, avrebbero intenzione di affidare a un team di investigatori privati le indagini su quanto accaduto a Roma in via Pietro Cossa, a Prati, quando il vicebrigadiere Cerciello è stato colpito a morte con undici coltellate in quella che è una dinamica ancora da chiarire. Una indagine parallela dunque per tentare di ricostruire quanto accaduto in quella tragica notte, e quale sia stato il ruolo dei due ragazzi: i tanti punti ancora poco chiari in questo omicidio avrebbero così spinto i famigliari dei due a prendere tale decisione.

Nel frattempo, sul fronte degli indagini, proprio alcuni carabinieri tra cui Andrea Varriale, collega che era in servizio con Cerciello Rega al momento dell'omicidio, sono stati ascoltati ieri in procura per ricostruire ancora una volta cosa è avvenuto la notte tra il 25 e 26 luglio scorsi, quando il vice brigadiere è stato accoltellato a morte in via Pietro Cossa, a Prati. I colloqui sono serviti a ribadire che Varriale, a differenza di Cerciello Rega, era armato al momento della colluttazione con i due ragazzi americani: la sua pistola d'ordinanza è stata poi prelevata sul posto per accertamenti. Ulteriori accertamenti su una vicenda che presenta ancora molti "buchi neri" saranno condotti la prossima settimana, quando si attende anche la data dell'udienza davanti al tribunale del Riesame per Natale Hjorth.

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