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Camping River, cinque mesi dopo lo sgombero del campo rom solo rifiuti e abbandono

All’interno dell’ex campo rom di Roma Capitale tutto è rimasto come il giorno dello sgombero lo scorso 26 luglio: cumuli di rifiuti, cumuli di materassi e container sventrati. Mentre all’ingresso notte e giorno staziona una volante della Polizia Locale che vigila contro un’improbabile rioccupazione dell’area.
A cura di Valerio Renzi
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A cinque mesi di distanza dallo sgombero del Camping River, in via della Tenuta Piccirilli tutto è rimasto identico. È il 26 luglio del 2018 quando, dopo settimane di tensione e la distruzione dei container da parte della stessa amministrazione capitolina per renderli inabitabili, le 260 persone ancora presenti vengono allontanate da un enorme dispiegamento di forze dell'ordine. La maggior parte dei residenti nel campo rom alla periferia nord di Roma si trova ancora in città, in qualche accampamento informale o ospite in altri campi. Per un'esigua minoranza, poche unità, la chiusura del Camping River si è trasformata in una condizione di vita migliore e diversa.

All'ingresso del camping staziona notte e giorno una pattuglia della Polizia Locale, con l'obiettivo di impedire la rioccupazione dell'area. Ma all'interno tutto è rimasto uguale: cumuli di rifiuti e materassi, i resti dei container sventrati o semi abbattuti. Spuntano qua e là i segni di quella che una volta era la via quotidiano in questo che oggi è un luogo fantasma: un gioco per bambini, qualche stoviglia e utensili domestici. Il paradosso è che nel testo con cui la sindaca Virginia Raggi ordinava lo sgombero entro 48 ore, la principale motivazione addotta per giustificare l'urgenza dell'intervento era proprio "la salvaguardia e la tutela della salute pubblica", anche per "evitare il rischio di danno ambientale con inquinamento del Tevere".

La bonifica dell'area sarebbe dovuta avvenire entro quindici giorni: è sotto gli occhi di tutti però che le cose sono andate diversamente da quanto promesso. Oggi gli unici abitanti del Camping River sono i gatti di una colonia felina: hanno un parco giochi di detriti, fango e cumuli di immondizia abbandonati dove giocare liberamente. Vite interrotte, percorsi scolastici conquistati a volte con fatica messi a rischio, lasciandosi alle spalle solo un mucchio di rifiuti. Non proprio un grande successo il primo test del Piano si superamento dei campi rom.

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