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Bambina picchiata a Genzano da Federico Zeoli

Bimba picchiata a Genzano: resta in carcere il patrigno Federico Zeoli, convalidato il fermo

Il giudice per le indagini preliminari della Procura di Velletri ha convalidato il fermo per Federico Zeoli, accusato di aver massacrato di botte una bimba di 2 anni, figlia della sua compagna, a Genzano, Castelli Romani. Il 25enne resta in carcere con l’accusa di tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia.
A cura di Alessia Rabbai
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Federico Zeoli
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Resta in carcere Federico Zeoli, il 25enne di Vinchiaturo, in provincia di Campobasso, accusato di tentato omicidio e di maltrattamenti in famiglia, per aver riempito di botte e morsi una delle tre figlie della sua compagna Sara, una bimba di 2 anni, la sera del 13 febbraio, all'interno dell'abitazione dove la coppia viveva, a Genzano, Castelli Romani. Oggi il giudice per le indagini preliminari della Procura di Velletri ha convalidato il fermo e disposto per lui la custodia cautelare in carcere. Il ragazzo ha già precedenti penali per stalking e furto. Migliorano intanto, anche se lentamente, le condizioni di salute della bimba ricoverata con prognosi riservata nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma. Dal nosocomio questa mattina sono arrivate buone notizie: la piccola paziente è stata estubata, ossia le è stata tolta la cannula, è cosciente ha ripreso a respirare da sola.

Bimba di 2 anni massacrata di botte dal patrigno

Secondo quanto dichiarato da Zeoli, sarebbe stato un raptus a condurlo a compiere la terribile violenza nei confronti della bimba perché "piangeva troppo". La sera dei fatti il ragazzo era solo in casa con le tre bambine mentre la compagna, una 23enne di Velletri, era uscita. Al vaglio degli inquirenti anche la posizione della donna. Secondo le informazioni apprese non era la prima volta che Zeoli picchiava la bambina: a far crescere i sospetti i lividi che i medici hanno trovato sul suo corpicino, segni che potrebbero essere precedenti alle botte di mercoledì scorso e che potrebbero significare che la piccola era già stata vittima di violenza in passato.

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