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Alessandro, annegato a 11 anni in un canale, due anni dopo si indaga per omicidio

A poco più di due anni di distanza dal ritrovamento del corpo senza vita di Alessandro Elisei sul fondo di un canale a Maccarese, tra Roma e Fiumicino, si apre un’inchiesta bis per omicidio volontario.
A cura di Valerio Renzi
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Alessandro Alisei
Alessandro Alisei

È il 3 ottobre del 2016 quando il corpo senza vita di Alessandro Elisei viene trovato riverso in un canale in via Campo Salino a Maccarese, tra Roma e Fiumicino. Il ragazzino ha soli 11 anni e, a due anni di distanza, ancora non è stato chiarito dalle indagini come sia morto. Il gip del tribunale di Civitavecchia ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal pm, scegliendo di ascoltare le ragioni della famiglia di Alessandro rappresentata dall'avvocato Andrea Rossi e aprendo un processo bis per il reato di omicidio volontario per la morte dell'11enne.

Alessandro quel giorno si era allontanato dall'abitazione dei nonni materni per giocare nei dintorni della casa, come spesso accadeva. Siamo in una zona di campagna anche se alle porte di Roma e qui i bambini giocano ancora da soli in mezzo alla strada. La domanda principale a cui dovrà rispondere la nuova indagine è: Alessandro era solo quando è precipitato nel canale? Come già emerso si sarebbe trovato in compagnia di altri minori. Ora spunta con insistenza l'indiscrezione dell'esistenza di un video che mostrerebbe Alessandro giocare nel canale poco prima di affogare. Cosa è successo poi? Da quanto spiegato dal legale della famiglia in aula il filmato sarebbe comparso su Youtube per poi essere rimosso subito dopo.

L'inchiesta bis dovrà così chiarire se il video esiste davvero e probabilmente i ragazzini in compagnia di Alessandro saranno ascoltati nuovamente in sede protetta, con l'ausilio di psicologi e specialisti. Una prima vittoria per la mamma, Simona Righetti, che non ha mai creduto all'incidente o addirittura al fatto che il figlio si fosse tolto la vita, nonostante. Così scriveva in una lettera aperta:

Ma la cosa a cui tengo di più e che vorrei urlare al mondo se potessi, è che mio figlio Alessandro mai e poi mai si sarebbe ucciso e mai e poi mai avrebbe messo fine alla sua vita lasciandoci soli. Alessandro, è vero, era un bambino che necessitava di un aiuto in più rispetto agli altri suoi coetanei ed era estremamente sensibile, ma niente più di questo. Tutto ciò che di vergognoso è uscito sui giornali, lo voglio dire senza paura, sono soltanto menzogne: è vergognoso aver insinuato che si sia suicidato perché era stanco della sua vita ed e' vergognosa la fuga di notizie uscita sui giornali e sulle televisioni, rispetto a documenti coperti dal massimo riserbo.

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