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Mafia Capitale, Buzzi scrive al Papa: “Pronto alla conversione”

Dal carcere di Badu ‘e Carros, il ras delle cooperative Salvatore Buzzi, personaggio chiave nell’inchiesta Mafia Capitale che ha travolto il mondo politico romano, scrive al Pontefice per dichiarare la sua intenzione a convertirsi, accogliendo l’appello del Papa in vista del Giubileo straordinario.
A cura di Valerio Renzi
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Dal carcere di Badu ‘e Carros, il ras delle cooperative Salvatore Buzzi, personaggio chiave nell'inchiesta Mafia Capitale che ha travolto il mondo politico romano, scrive al Pontefice per dichiarare la sua intenzione a convertirsi, accogliendo l'appello del Papa in vista del Giubileo straordinario. "Dichiaro la mia totale adesione al Suo invito alla conversione – scrive Buzzi – unita al coraggio della denuncia perché la corruzione impedisce di guardare al futuro con speranza ed è un accanimento nel peccato. Mi auguro e spero di non essere il solo".

La lettera di Salvatore Buzzi a Papa Francesco

La lettera, riportata dalla pubblicazione della diocesi di Nuoro, prosegue con la sua asserzione di pentimento, annunciando la sua volontà di collaborare, ma rigetta l'accusa di associazione mafiosa: "Sono consapevole di dover affrontare la giustizia terrena mi adopererò per chiarire le mie colpe e contrastare per quanto è nelle mie possibilità i fenomeni corruttivi; mi difenderò dall'accusa ingiusta di mafia". Una nuova conversione quella annunciata, dopo quella che lo portò da essere condannato per omicidio a detenuto modello e modello di reinserimento nella società.

"Dal 2010 – spiega l'ex presidente e fondatore della coop 29 giugno – iniziammo ad avere richieste varie di utilità da parte di funzionari e amministratori: facemmo un esposto alla procura di Roma ma non ci fu seguito, tentammo anche la via della denuncia politica, ma anche questa via non portò risultati. E allora io in prima persona cedetti a questerichieste: moralmente giustificavo il mio agire con il classico "fine che giustifica i mezzi". Tali richieste si sono poi accentuate con gli anni e con il crescere della cooperativa; io continuavo a giustificare il mio operato con il fatto di creare occupazione per tante persone che altrimenti non avrebbero mai trovato lavoro. Da vittima divenni pian piano complice di un sistema corruttivo cresciuto sempre di più, sia a livello politico che amministrativo".

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