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Virginia Raggi allontana lo spettro del rinvio a giudizio in piena campagna elettorale

Perché Virginia Raggi ha chiesto il “giudizio immediato” nel caso nomine per cui è accusata di falso. Da una parte la richiesta serve a Raggi per allontanare lo spettro del rinvio a giudizio, dall’altra dal punto di vista comunicativo permette alla sindaca di Roma di ribadire di essere sicura di sé e della sua assoluzione.
A cura di Enrico Tata
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Dimostrare sicurezza e determinazione, ma anche evitare un possibile rinvio a giudizio in piena campagna elettorale. Quando i 5 Stelle giocheranno la loro partita alle elezioni politiche del 4 marzo, il caso nomine per cui Virginia Raggi è accusata di falso potrebbe rappresentare uno spinoso problema per il Movimento fondato da Beppe Grillo. Per questo la sindaca di Roma ha deciso di evitare qualsiasi pronuncia del giudice in tempi brevi. Se accettata, la richiesta degli avvocati della prima cittadina di "giudizio immediato" farà infatti saltare l'udienza preliminare fissata per il prossimo 9 gennaio alla quale avrebbe dovuto partecipare anche la prima cittadina. Da lì a pochi giorni, nel vivo della campagna elettorale, il giudice avrebbe potuto pronunciare la sua decisione in merito al rinvio a giudizio di Raggi. L'"immediato", invece, permette all'imputato (ma lo possono chiedere anche gli inquirenti) proprio di rinunciare all'udienza preliminare. Si passa così dalla fase delle indagini preliminari direttamente all'udienza dibattimentale. Il giudice ora avrà cinque giorni di tempo per accogliere o rigettare la richiesta dei legali della Raggi e poi l'eventuale udienza dovrà essere fissata non prima di 30 giorni dall'avvenuta notifica ai difensori della sindaca di Roma.

La sindaca si mostra sicura di sé e della sua assoluzione

Se da una parte la richiesta di giudizio immediato serve a Raggi per allontanare lo spettro del rinvio a giudizio, dal punto di vista comunicativo la sindaca di Roma si mostra sicura di sé e della sua assoluzione. "Desidero che sia accertata quanto prima la verità giuridica dei fatti. Sono certa della mia innocenza e non voglio sottrarmi ad alcun giudizio", ha del resto ribadito oggi Raggi su Facebook. Di solito, infatti, la richiesta di giudizio immediato rappresenta un chiaro messaggio al giudice da parte dell'indagato: non temo il processo. Anche se, sottolineano per esempio gli avvocati dello studio legale De Lalla, qualora l'indagato abbia prove che dimostrano l'infondatezza dell'accusa, sarebbe più facile e rapido farle esaminare dal Gup durante l'udienza preliminare. Non è detto, infatti, che il giudice sia costretto a rinviare a giudizio l'indagato: se gli elementi in possesso dei pm non sono sufficienti, può per esempio emettere una sentenza di non luogo a procedere.

Da un lato, quindi, Raggi chiede un giudizio nei tempi più rapidi possibili, ma dall'altro evita la pronuncia sul possibile rinvio a giudizio. Decisione, quest'ultima, che non dimostrerebbe in nessun modo la colpevolezza della sindaca, ma che potrebbe rappresentare un problema comunicativo per il Movimento 5 Stelle nel corso della campagna elettorale. Se il giudice accetterà la richiesta del "giudizio immediato", Raggi potrà ancora chiedere l'abbreviato, che è un rito premiale, cioè prevede uno sconto di pena, a differenza dell'immediato che non lo è.

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