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Calci, schiaffi e insulti a minori disabili: arrestati 10 operatori (Video)

Dieci persone sono finite in carcere o ai domiciliari per aver maltrattato i giovani pazienti disabili, la maggior parte minorenni affetti da patologie neuropsichiatriche, che avevano in cura presso una clinica dei Castelli Romani. Calci, schiaffi in sul viso, botte con il bastone della scopa e pazienti segregati.
A cura di Valerio Renzi
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Questa mattina all'alba i carabinieri dei Nas di Roma, coadiuvati dai militari della stazione di Frascati, hanno notificato dieci ordinanze di custodia cautelare, nove ai domiciliari e una in carcere, per altrettante persone accusate di maltrattamenti e sequestro di persona ai danni di giovani disabili. Secondo quanto riscontrato dagli investigatori gli indagati avrebbero perpetrato le violenze ai danni delle persone in cura presso il centro di riabilitazione neuropsichiatrico Eugenio Litta di Grottaferrata.

Qui, invece delle cure che avrebbero dovuto ricevere da operatori professioni, i pazienti, affetti da patologie neuropsichiatriche e quindi particolarmente vulnerabili, sarebbero stati invece maltrattati. L'indagine ha preso il via dopo diverse denunce presentante all'inizio del 2015, e che metteva sotto accusa il reparto dove erano ricoverati 16 ragazzi, sia maschi che femmine, di un'età compresa tra gli 8 e i 20 anni, di cui cinque di un'età inferiore ai 14 anni. Gli ospiti della struttura erano ricoverati tutti in modo stabile, soffrendo di gravi ritardi mentali o di sindromi genetiche.

Le indagini, condotte anche con intercettazioni audio e video, hanno fatto riscontrare abusi e violenze da parte del personale: insulti, percosse, spinte e strattoni, per mantenere l'ordine nel reparto. Calci, schiaffi sul viso, botte date con il bastone della scopa: queste sono solo alcune delle percosse documentate da un video diffuso dai carabinieri. A finire sotto accusa in particolare un educatore professionale e un assistente socio sanitario. Uno di essi in particolare è stato tradotto in carcere in quanto ritenuto responsabile del reato di sequestro di persona per aver rinchiuso tre pazienti nelle loro stanze impedendogli di uscire. Violenze e insulti erano comunque la norma nella struttura, tanto da disegnare secondo gli inquirenti una condotta reiterata, un vero e proprio metodo repressivo per gestire il reparto.

Il direttore del centro: "La denuncia è partita da noi"

"Abbiamo fatto quello che dovevamo fare. Il ‘Villaggio Eugenio Litta' è un istituto di riabilitazione di eccellenza nel panorama sanitario regionale e nazionale. Siamo noi, insieme agli utenti del Centro, le prime vittime degli indegni maltrattamenti effettuati da questi operatori sanitari. Il Villaggio si ritiene parte lesa di questi fatti", ha detto Michele Bellomo, direttore generale della strutura. "L'utenza della struttura – spiega- è quella dell'età evolutiva in situazione di handicap, con disturbi neurologici, psicopatologici o ritardo mentale. Altra fascia di utenti sono malati di Parkinson, le persone colpite da ictus o emiparesi, o i bisognosi di riabilitazione in campo ortopedico. A tutti costoro l'Eugenio Litta offre 45 posti in strutture residenziali, 95 in strutture semi residenziali e 125 in ambulatorio con oltre 400 utenti in carico".

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