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Usura e riciclaggio: arrestate 16 persone. Anche direttori banca e affiliati a ‘ndrangheta

Sedici arresti questa mattina a Roma contro altrettanti soggetti accusati di far parte di un’organizzazione criminale dedita al prestito a usura e all’estorsione. Ai vertici dell’organizzazione un imprenditore immobiliare e un avvocato. Coinvolti anche due direttori di banca e affiliati alla ‘ndrangheta ed elementi della mala romana.
A cura di Valerio Renzi
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Eseguite questa mattina all'alba 16 ordinanza di custodia cautelare, tra carcere e domiciliari, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti dalla Direzione investigativa antimafia di Roma, facenti parte della stessa organizzazione criminale dedita all'usura e al riciclaggio, attiva nella capitale. In corso anche numerose perquisizioni Nella rete degli usurai erano finite negli anni persone di ogni tipo, cittadini in sofferenza economica, ma anche politici e amministratori locali, commercianti e piccoli imprenditori in difficoltà. L'organizzazione imponeva alle sue vittime tassi d'interesse da capogiro, compresi tra il 70% e il 150% annuo. E per chi non riusciva a pagare iniziavano le minacce e l'estorsione.

L'inchiesta, denominata "Old Cunning", ha preso il via dall'individuazione degli affari poco chiari di Antonio D'Angeli, pensionato dedito a fruttuose operazioni immobiliari. Tramite di lui gli inquirenti hanno individuato la rete estorsiva. Tra gli accusati figurano anche figure della vecchia mala romana, tra gli ultimi epigoni della banda della Magliana, ma anche un affiliato alla ‘ndrina calabrese dei Cutro e due direttori di banca, accusati di agevolare "l'emissione di mutui senza alcuna garanzia, nei confronti delle vittime, allo scopo di consentire all'organizzazione di recuperare i profitti illeciti, omettendo fra l'altro di segnalare le operazioni finanziarie sospette poste in essere da alcuni degli indagati".

L'organizzazione riciclava poi i proventi grazie ai titolari di alcuni locali commerciali. Ai vertici dell'organizzazione di colletti bianchi l'avvocato Benedetto Giovanni Stranieri, che incontrava quasi ogni giorni D'Angeli e l'altro elemento di spicco dell'organizzazione Roberto Castroni, dando loro indicazioni sulle attività di prestito a usura e sui provvedimenti da prendere verso chi non pagava.

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