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Una violenza sessuale, finte esecuzioni e propaganda razzista: a processo 9 di Forza Nuova

Una ‘camerata’ costretta a un rapporto sessuale orale, spedizioni punitive contro i concorrenti di CasaPound, propaganda razzista e negazionista su Facebook, processi sommari e finte esecuzioni per chi sgarrava. Queste le accuse rivolte a diverso titolo a 9 militanti di Forza Nuova rinviati a giudizio all’interno dell’inchiesta sui così detti ‘Banglatour’.
A cura di Valerio Renzi
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Sono stati rinviati a giudizio nove militanti di Forza Nuova, nell'ambito dell'inchiesta sui così detti ‘Banglatour' che ha scoperchiato cosa accadeva all'interno del movimento di estrema destra, in particolare del gruppo che si riuniva nella sede di via Amulio nel quartiere Appio Latino. Uno degli imputati è accusato di aver costretto una "camerata" ad un rapporto sessuale orale, e per questo sarà giudicato con l'accusa di violenza sessuale. Proprio per quell'episodio, invece di rivolgersi alla giustizia, i leader del gruppo hanno deciso di regolare i conti a modo loro: il giovane viene così trascinato in un casolare su via Tiberina e viene prima sotto posto a un processo sommario, poi picchiato da leader del gruppo Alessio Costantini e Giovanni Maria Camillacci che ce lo avevano trascinato, e infine sottoposto a una finta esecuzione con un colpo d'arma da fuoco esploso vicino all'orecchio. Lo stesso stabile abbandonato, secondo le risultanze investigative, sarebbe stato utilizzato per altri processi sommari.

Sembra di essere dentro Brotherwood – il film di qualche anno fa che racconta la vita di un gruppo neonazista in Danimarca – e invece siamo nei quartieri della Roma bene, tra San Giovanni e Ponte Milvio. Altri cinque militanti di Forza Nuova – oltre ai già citati Camillacci e Costantini – saranno processati invece per l'aggressione ad un militante dell'organizzazione rivale nel mondo dell'estrema destra, Casa Pound. Dopo un diverbio finito alle mani in un locale di Ponte Milvio, la vendetta: Alessandro Catani finisce nell'agguato e viene picchiato a calci, pugni e manganellate. Un nono militante è invece accusato di aver propagandato, tramite Facebook, contenuti negazionisti e razzisti. Pur avendone accertato l'esistenza – dalle testimonianze di giovanissimi entrati per breve tempo nell'orbita del gruppo e dalle intercettazioni – non si sono prodotti però riscontri oggettivi per le aggressioni ai cittadini di nazionalità bengalese, che avrebbero rappresentato una sorta di passa tempo e allo stesso tempo di rito d'iniziazione per il gruppo di aderenti a Forza Nuova.

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