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Ferimento Manuel Bortuzzo

Una speranza per Manuel Bortuzzo: una tecnica innovativa potrebbe farlo camminare di nuovo

Una speranza per Manuel Bortuzzo. Una tecnica innovativa potrebbe consentire al nuotatore di camminare di nuovo. Al momento si tratta solo di un’ipotesi, ma il professore che l’ha messa a punto spiega: “Sulla base dei dati ad oggi noti, Manuel potrebbe rientrare nella tipologia di casi potenzialmente rispondenti al trattamento”.
A cura di Enrico Tata
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Manuel Bortuzzo
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Si chiama stimolazione elettrica senza fili del midollo spinale ed è una tecnica innovativa che potrebbe dare una speranza a Manuel Bortuzzo. Il nuotatore 19enne rimasto paralizzato dopo essere stato ferito da un colpo di pistola sparato a Roma forse, in futuro, potrà tornare a camminare grazie a una nuova tecnica medica. A ipotizzarlo è Gregoire Courtine del Politecnico Federale di Losanna: "Prematuro parlarne, ma potenzialmente Manuel potrebbe rispondere al trattamento". Si tratta solo di un'ipotesi al momento e in secondo luogo il caso del nuotatore è molto complesso proprio perché a causare la lesione completa del midollo spinale è stata una pallottola. Non ci sono conferme sul fatto che questa tecnica innovativa possa aiutare il ragazzo ma, ha spiegato il professore, "sulla base dei dati ad oggi noti, Manuel potrebbe rientrare nella tipologia di casi potenzialmente rispondenti al trattamento".

Ad oggi sono sei i pazienti che hanno ricominciato a camminare grazie alla tecnica di stimolazione elettrica del midollo spinale ‘wireless' ideata dal prof svizzero, titolare Cattedra della International Paraplegic Foundation presso il Politecnico Federale di Losanna. In pratica questa tecnica prevede che il midollo spinale venga stimolato elettricamente attraverso un impianto wireless, cioè senza fili. Dopo alcuni mesi di terapia i pazienti sono riusciti a controllare di nuovo le gambe paralizzate e ora camminano in autonomia, solo con l'aiuto delle stampelle o del deambulatore. Il progetto di Courtine si chiama Stimo(STImulation Movement Overground): "I nostri risultati si basano su anni di ricerche condotte sui modelli animali, che ci hanno permesso di mimare in tempo reale il modo con cui il cervello attiva naturalmente il midollo spinale", ha spiegato il professor Courtine. Chet Moritz, esperto di riabilitazione dell'Università di Washington, ha commentato così l'articolo che descrive il progetto pubblicato su Nature Neuroscience: "Il fatto che il controllo dei movimenti venga mantenuto anche dopo la stimolazione suggerisce che questa stimolazione combinata con la riabilitazione aiuti davvero a guidare la plasticità e la guarigione del sistema nervoso attorno alla lesione. Grazie al duro lavoro e ai piccoli progressi di coraggiosi partecipanti impegnati in laboratorio il campo delle lesioni spinali è pronto a fare un grande passo avanti nel trattamento di quella che fino a poco tempo fa veniva considerata una paralisi incurabile".

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