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Ferimento Manuel Bortuzzo

Bortuzzo, la rissa nel pub per futili motivi legati al calcio: “È partito tutto da quel c…o vuoi”

L’antefatto del ferimento della giovane promessa del nuoto italiano per uno scambio di persona nelle motivazioni della sentenza di condanna per Daniel Bazzano e Lorenzo Marinelli: i due erano in cerca di vendetta per una banale rissa tra ubriachi per futili motivi, niente a che vedere con un regolamento di conti criminale.
A cura di Redazione Roma
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Nessun regolamento di conti, nessuna questione in sospeso tra aspiranti piccoli boss, ma una banale rissa tra ubriachi al pub. Le motivazioni della sentenza che ha inflitto 16 anni di reclusione a Daniel BazzanoLorenzo Marinelli per aver ferito con un colpo di pistola la promessa del nuoto italiano Manuel Bortuzzo, chiarisce alcuni aspetti della catena di eventi che porta allo sparo. Bazzano e Marinelli si trovano all'Irish Pub di Piazza Eschilo, quartiere Axa, un loro amico è ubriaco urla dei cori da stadio della Roma, scatenando la reazione di alcuni dei presenti. Ne nasce un parapiglia che fa meditare ai due giovani pregiudicati: vanno a prendere la pistola e tornano indietro, ma sbagliano persona e feriscono Manuel che con la fidanzata si trova sulla piazza di fronte al distributore di sicurezza.

"Non m’andava che succedeva… pure per quel poraccio… quello non cammina più. È partito tutto per un ‘che c…o vuoi'". Così parla Bazzano intercettato durante un colloquio in carcere, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. Nessun regolamento di conti ma una rissa tra "ragazzi ben vestiti con capi casual e accento romano", come emerge anche da altre testimonianze.

Dalle dispositivo che contiene le motivazioni della sentenza, arrivata al termine del processo celebrato con rito abbreviato, il giudice scrive: "Deve evidenziarsi come nessun particolare tratto positivo possa cogliersi nella loro condotta. La confessione resa risulta dettata da intenti utilitaristici e non da effettiva resipiscenza". Una condotta senza scuse, a cui non è seguito nessun vero pentimento: "La gravità del fatto, l’assoluta superficialità nell’individuare la vittima, la condotta successiva, impone una pena elevata".

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