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Uccise con l’ombrello Vanessa Russo: oggi Doina Matei ha pagato il suo debito con la giustizia

Doina Matei oggi è libera, ha scontato la sua condanna a 16 anni, uscendo 4 anni prima dal carcere per buona condotta. La 33enne ha pagato il suo debito con la giustizia per aver ucciso il 26 aprile del 2007 Vanessa Russo, una studentessa 22enne perforandole l’occhio con la punta di un ombrello alla stazione Termini della metro di Roma.
A cura di Alessia Rabbai
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Doina Matei oggi ha pagato il suo debito con la giustizia ed è libera. La ragazza aveva ricevuto nel 2016 una condanna a 16 anni di carcere ritenuta responsabile dell'omicidio di Vanessa Russo, ma è uscita dal carcere quattro anni prima, a 33 anni, per la buona condotta dimostrata. I fatti risalgono al 26 aprile del 2007, quando Doina ha perforato un occhio di Vanessa con la punta di un ombrello al culmine di un'accesa lite alla stazione Termini della metro di Roma. Oggi Doina vuole essere dimenticata, ha scontato la sua pena e insieme alla sua liberazione, ha anche il diritto all'oblio. In carcere Doina aveva tenuto un comportamento esemplare, ciò le aveva permesso dopo nove anni di ottenere la semilibertà e lavorare in una cooperativa, per far rientro in carcere ogni sera. Uno spiraglio di luce per la giovane, bruscamente interrotto da alcune foto pubblicate su Facebook nella quali Doina si immortalava in costume da bagno sorridente, travolta dall'emozione di poter assaporare di nuovo la bellezza della natura, del cibo e del contatto con i propri cari.

Doina Matei uscita quattro anni prima dal carcere

Le immagini, che hanno suscitato polemiche da parte degli utenti e una dura critica della famiglia Russo, infatti, le sono costate la temporanea sospensione della semilibertà. "Non esiste un giorno della mia vita in cui non pensi a Vanessa" aveva detto la giovane. Successivamente il Tribunale di sorveglianza di Venezia ha deciso di ridarle da semilibertà, in quanto secondo i giudici, le foto non rappresentavano un ostacolo al suo percorso di reinserimento e di redenzione. Doina a processo con il rito abbreviato dopo i drammatici fatti era stata accusata di omicidio volontario, poi derubricato a preterintenzionale.

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