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Tutti i politici a parole difendono il Cinema Palazzo, ma servono fatti per scongiurare lo sgombero

Ieri la proprietà dell’immobile del Cinema Palazzo ha provato a mettere i sigilli e a saldare le porte per impedire l’ingresso ad attivisti e abitanti del quartiere. Questi sono rientrati poco dopo, ma se le istituzioni non si faranno carico del problema degli spazi sociali questi prima o poi sono destinati allo sgombero.
A cura di Natascia Grbic
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"L'atto avvenuto stamattina è una notifica di sfratto totalmente arbitrario. Il tentativo di riappropriazione da parte della titolarità sta scontrandosi con una risposta reale e concreta che è quella del quartiere e della città". Sono queste le prime parole pronunciate dagli attivisti del Cinema Palazzo, lo stabile di piazza dei Sanniti occupato nel 2011 da artisti e abitanti del quartiere di San Lorenzo. Una battaglia, quella contro il casinò, che aveva mobilitato i grandi nomi della politica e dello spettacolo e che negli anni ha trasformato quello che sarebbe dovuto divenire un tempio del gioco d'azzardo, in un luogo di eventi, incontri, presentazioni di libri e concerti. Ieri mattina la proprietà dell'immobile ha messo i sigilli al Cinema Palazzo in presenza di un'ufficiale giudiziario e ha iniziato a saldare la porta d'ingresso. Dopo poche ore, gli attivisti sono rientrati nello stabile.

Da subito una parte di politica istituzionale ha preso le difese del Cinema Palazzo, invitando a preservare un luogo così importante per Roma e per la cultura, che ha visto crescere professionalmente tra le sue mura l'attore Marcello Fonte, palma d'oro a Cannes per ‘Dogman'. Solidarietà è arrivata da Marta Bonafoni, consigliera regionale della Lista Civica Zingaretti, ma anche dal vicesindaco Luca Bergamo e dall'assessore all'Urbanistica al Campidoglio Luca Montuori. Il Cinema Palazzo è stato definito come ‘un presidio culturale di grande valore che non deve essere cancellato' e ‘uno spazio fondamentale di cui non si può privare il quartiere di San Lorenzo e la città di Roma'. Si è giustamente invocata la necessità di prendere delle decisioni e ‘intraprendere delle azioni' che scongiurino lo sgombero.

Dopo i proclami però, servono i fatti. E se le istituzioni non si decidono a mettere concretamente in campo delle garanzie per tutelare questi luoghi, il risultato è che, prima o poi, con la lista dei 22 sgomberi ordinati dal Viminale si vada comunque avanti. Per ristabilire un principio di astratta legalità, rischiamo di veder sparire luoghi che col tempo sono diventati fondamentali per la città. Se queste garanzie non saranno messe in campo, si avranno centri commerciali al posto di cinema, spazi abbandonati al posto di coworking con asilo per le mamme precarie, case rifugio per le donne vittime di violenza all'asta per il miglior offerente. Chi nel 2011 ha occupato il Cinema Palazzo voleva impedire l'apertura di un Casinò nel cuore di un quartiere complesso come San Lorenzo e per lo stesso motivo non ha nessuna intenzione di andare via.

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